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Ddl omofobia: Perozzi attento che rischi la gogna!
(ASI) Lettere in redazione. Se Amici Miei fosse uscito nelle sale in questi giorni qualcuno avrebbe certo urlato all'omofobia. Dite di no? Bene, ricordate la voce narrante del film, nonché personaggio di spicco della pellicola Giorgio Perozzi? Sì, il giornalista. Ha appena lasciato la redazione e ha voglia di farsi un giro perché di “tornare a casa proprio non ne ho voglia”.

E' in un bar frequentato da prostitute quando, in preda alla sua guasconeria, s'improvvisa strillone di titoli improbabili: “Licenza tolta a baristi che si scaccolano; prostitute aggredite da bande di finocchi armati”.

Ecco, da oggi il Perozzi avrebbe potuto rischiare di incorrere in richiami e ammende per la sua battuta. Che quel “finocchi” non possa essere interpretato come forma di discriminazione?

 

Pensateci, non è così assurdo. Nella lingua italiana o , per meglio dire, nella fitta maglia della rete vernacolare italiana, i sinonimi (spesso volgari) di 'omosessuale' sono una infinità, usati nel lessico quotidiano da milioni di persone senza badare spesso al significato che gli stessi hanno.

Insomma, parole talvolta pronunciate con tono sarcastico o canzonatorio diventerebbero, di punto in bianco, potenzialmente lesive della dignità di una categoria sociale, a tal punto da essere perseguibili per legge.

 

Una breve ricerca sugli usi dialettali di “gay” ci porta a scorrere Gay-Forum.it

Manco a farlo apposta c'è un'intera pagina di discussione dedicata all'argomento; l'utente che dà inizio alla dissertazione chiede:

 

 

GAY nel vostro dialetto? E voi con che parola lo dite in genere?



Cosa che lascia piuttosto di stucco è che le risposte degli altri navigatori della rete siano tutt'altro che offese e risentite. Ciascuno comunica divertito agli altri come si dica “omosessuale” nella sua regione, pur certamente mantenendo distacco e palesando fastidio di fronte ad eccessiva trivialità.

“Mio padre dice... ; mio nonno si rivolge a … con … ; i miei amici mi chiamano...” sono affermazioni ricorrenti, a voler sottolineare come parole un po' “volgarotte” siano parte di una tradizione linguistica locale che ha secoli di storia.

Ma dove finisce la tradizione e iniziano il sessismo e l'omofobia? E ancora: siamo sicuri che questo ddl, fortemente voluto dal Pd, non rischi di trasformarsi in una odiosa caccia alle streghe? Una barzelletta, uno sberleffo, una chiacchiera in dialetto potrebbero, tra qualche mese, essere additate come reato da un qualsiasi uditore, il quale potrebbe, per sensibilità o interesse, rendere la vita difficile ad un altro cittadino.

Roba da regime, da Gestapo: spiare il vicino ed essere pronti a riferire all'autorità cosa ha detto del sistema vigente e delle sue leggi.

Un ddl liberticida e tutt'altro che capace di tutelare la dignità della gente e del Perozzi in testa che, causa la sua ironia, potrebbe finire sulla gogna.

Diverso il caso di Rambaldo Melandri, l'architetto che, ferito in amore, schiaffeggiando i passeggeri del Firenze – Empoli grida “Come si sta bene tra omini, ma perché un s'è nati tutti finocchi?”.

Omofobia o auspicio? A Vendola l'ardua sentenza.

Marco Petrelli

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