(ASI) Zhengzhou - Nel cuore della provincia di Henan, nella città cinese di Zhengzhou, sta prendendo forma un progetto industriale senza precedenti nella storia dell’automotive globale: la nuova mega-fabbrica di BYD (Build Your Dreams). Non si tratta di una semplice struttura produttiva, ma di una vera e propria “città-fabbrica”, destinata a ridefinire i confini dell’efficienza industriale, dell’urbanistica aziendale e della sostenibilità.
Con una superficie prevista di circa 129,5 km², più estesa dell’intera San Francisco (che si ferma a 121,5 km²), il nuovo impianto BYD non è solo un punto di produzione: è una micro-società autonoma, integrata e altamente tecnologica, dove si produrranno oltre un milione di veicoli elettrici all’anno. Un’enclave industriale autosufficiente in cui lavoro, vita privata e benessere coesistono in un’unica, gigantesca infrastruttura.
Il 2024 è stato l’anno della consacrazione per BYD, che ha chiuso l’esercizio con 107 miliardi di dollari di fatturato, superando per la prima volta la rivale americana Tesla, ferma a 97,7 miliardi. Si tratta di una crescita annuale del 29%, alimentata dalla progressiva transizione verso la mobilità elettrica e da una domanda interna in costante espansione.
Sebbene Tesla mantenga il primato in termini di margine operativo (7,3% contro il 5,1% di BYD), il sorpasso nei ricavi segnala un cambiamento epocale nella leadership dell’auto elettrica. La Cina si posiziona così come nuova superpotenza globale nella manifattura automobilistica, con BYD nel ruolo di avanguardia assoluta.
La nuova struttura, organizzata in otto fasi di espansione, si configura come una vera città pianificata. Al suo interno troveranno posto:
- Residenze aziendali in grattacieli moderni
- Scuole, ospedali e centri sanitari
- Aree commerciali e di svago, inclusi campi da calcio e tennis
- Una fitta rete stradale interna
- Alloggi per 60.000 dipendenti, con piani per accoglierne altri 200.000 nel breve periodo
La scelta di Zhengzhou non è casuale. Strategicamente posizionata nel centro geografico e logistico della Cina, la città è ben collegata alle principali direttrici industriali del Paese, ed è ricca di forza lavoro qualificata. L’impianto, che già ospita la produzione del SUV ibrido Song Pro DM-i, si prepara a diventare il motore principale dell’espansione globale di BYD.
Il concetto alla base di questa megafabbrica è tanto semplice quanto rivoluzionario: concentrare in un’unica area tutti gli elementi necessari alla vita e al lavoro, abbattendo i tempi di trasporto, migliorando la qualità della vita dei dipendenti e aumentando la produttività complessiva.
Un approccio che trascende il tradizionale concetto di "distretto industriale" per abbracciare un modello integrato, sostenibile e centrato sulle persone. La “factory-city” rappresenta una fusione tra impresa, urbanistica e innovazione sociale, segnando una svolta epocale nel modo in cui si concepisce l’organizzazione del lavoro nell’era post-industriale.
L’impianto sarà un vero e proprio laboratorio di innovazione ambientale. Il progetto include l’implementazione di:
- Sistemi di energia solare
- Infrastrutture per il riciclo dell’acqua
- Controlli ambientali automatizzati
- Utilizzo di materiali sostenibili
- Gestione smart degli edifici e dell’illuminazione pubblica
La filosofia è chiara: costruire il futuro dell’industria con un occhio attento all’ambiente e alla qualità della vita. Un manifesto che, se replicato su scala globale, potrebbe segnare una svolta decisiva nella sostenibilità dell’intero settore manifatturiero.
BYD non sta semplicemente costruendo un nuovo stabilimento. Sta dichiarando, con fermezza e ambizione, la sua intenzione di guidare la transizione energetica mondiale nel settore dei trasporti. Con oltre 4,2 milioni di veicoli elettrici e ibridi venduti nel 2024, l’azienda ha consolidato una quota di mercato globale del 25% e ha ormai superato colossi come Volkswagen e General Motors nel segmento elettrico.
La Zhengzhou Mega Factory è, in questo contesto, più di una struttura produttiva: è il simbolo della supremazia tecnologica cinese e dell’evoluzione del modello industriale tradizionale.
Tommaso Maiorca – Agenzia Stampa Italia


