(ASI) Da tempo le organizzazioni non governative del Vaticano chiedevano alle potenze di introdurla per aiutare i Paesi meno sviluppati. Ora, se la tassa sulle transazioni finanziarie verrà davvero approvata, anche il settore finanziario darà un importante contributo per risolvere la crisi globale.
I leader dei venti Paesi che si sono riuniti a Cannes sembrano convenire - finalmente, nonostante le iniziali diffidenze di Washington - su questo decisivo punto.
Soggette all'imposta sarebbero tutte le transazioni, in mercati organizzati o fuori borsa, su strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, derivati e prodotti strutturati), ovvero banche, imprese di investimento, assicurazioni, fondi pensione, agenti di borsa, fondi speculativi. Cittadini e imprese ne sarebbero esenti, visto che non si applica a prestiti ipotecari e bancari, contratti di assicurazione o premi assicurativi e attività finanziarie svolte tipicamente da persone fisiche o piccole imprese. L'Unione europea ha stimato che l'introduzione di questo tipo di tassa (denominata "Tobin tax") potrebbe valere circa 57 miliardi di euro l'anno.
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