Dati Istat Novembre 2020, l’era del Covid19, la crisi economica, e gli indicatori al ribasso.

(ASI) L’Istituto Nazionale di Statistica, ci aggiorna di come l’andamento economico del Paese sia oscillante in senso negativo.
La crisi economica scaturita dall’emergenza sanitaria non ha avuto precedenti.


Essa è collegata alla pandemia globale dovuta al Coronavirus. I risvolti in termini di produzione e fatturato per l’Italia sono stati devastanti.
A fronte di nuove chiusure si prevede che la situazioni ristagni verso il basso.
Le manovre del Governo per assestare l’economia del Paese saranno sufficienti?
A settembre 2020 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca del 5,6% rispetto ad agosto. Nella media del terzo trimestre il livello della produzione cresce del 28,6% rispetto al trimestre precedente.
L’indice destagionalizzato mostra diminuzioni congiunturali in tutti i comparti: variazioni negative caratterizzano, infatti, i beni di consumo (-4,8%), i beni strumentali (-3,9%), i beni intermedi (-1,6%) e, in misura meno rilevante, l’energia (-0,3%).
Corretto per gli effetti di calendario, a settembre 2020 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 5,1% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 contro i 21 di settembre 2019). Le flessioni sono più ampie per i beni strumentali (-7,1%), i beni di consumo (-5,7%) e i beni intermedi (-4,2%), mentre resta sostanzialmente stazionaria l’energia (-0,1%).
Gli unici settori di attività economica che registrano incrementi tendenziali sono l’attività estrattiva (+2,7%), la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+2,0%) e le altre industrie (+0,2%). Viceversa, le flessioni maggiori si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-20,8%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-20,4%) e nella fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (-11,9%).

Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia

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