Commercio: la ripresa passa attraverso un piano straordinario per il lavoro. E' questa l'unica misura di cui vogliamo sentir parlare.

(ASI) Continuano a pervenire dati sconfortanti dai principali indicatori economici: gli ordini dell'industria segnano -4,1% annuo; i consumi -2,3% annuo.
Questi sono i segnali inequivocabili di un'economia in forte recessione.

Ci chiediamo quando il Governo si deciderà a prendere provvedimenti concreti per risollevare questa situazione.
"Al momento, infatti, sembra che si parli di tutto tranne che di ciò che è veramente necessario per far ripartire un sistema economico ormai al collasso." - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Come ripetiamo instancabilmente da anni la parola d'ordine per rilanciare l'economia è "lavoro".
Un concetto orma quasi dimenticato, soprattutto al Sud.
Gli ulteriori passi indietro dell'industria e del commercio rilevati oggi non fanno che peggiorare un livello di disoccupazione che, di mese in mese, fa registrare nuovi record negativi, in particolare per quanto riguarda i giovani.
Far ripartire il mercato occupazionale, infatti, non significa solo restituire redditi e prospettive a milioni di disoccupati, ma anche alleggerire il carico che attualmente pesa sulle famiglie che, con stipendi e pensioni di genitori e nonni, sostengono i giovani (e no) senza lavoro.
Per questo è indispensabile avviare immediatamente un Piano Straordinario per il Lavoro, attraverso: la realizzazione di opere di modernizzazione delle infrastrutture, la messa in sicurezza gli edifici pubblici (scuole in primis), lo studio di un piano dettagliato per incentivare il turismo e soprattutto, il rilancio degli investimenti per lo sviluppo tecnologico.
A tali scopi dovrà essere destinato ogni centesimo derivante dalla lotta a sprechi e privilegi, dal contrasto all'evasione fiscale, nonché dalla vendita di parte delle riserve auree (almeno il 20%) e dall'utilizzo dei fondi europei.

 

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