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Banche e imprese al confronto con i principi di Basilea 3
All’incontro, promosso da Nemetria, centro di formazione sui fattori del post produttivo, i cui lavori sono stati aperti da Antonio Carruba, direttore generale per l’Umbria della Banca d’Italia, e Leonello Radi, segretario generale di Nemetria, sono intervenuti, oltre a Masera e Grignaschi, anche Francesco Cannata, del Servizio normativa e politiche di vigilanza della Banca d’Italia, e Giulio Tagliavini, professore ordinario di economia degli intermediari finanziari dell’Università degli Studi di Parma. Ha introdotto il tema e coordinato i lavori, Loris Nadotti, professore ordinario di economia degli intermediari finanziari presso l’Università di Perugia. Il tavolo tecnico ha fissato alcuni paletti sullo stato attuale, sugli scenari futuri e sull’approccio che Basilea 3 ha all’interno dell’asse banca impresa. “La non coercività di Basilea 3 – ha spiegato Nadotti - crea una serie di sperequazioni. Ma un fattore di sicuro interesse è l’accento posto sulla qualità del patrimonio che diventa leva importante. La direttiva, inoltre, avrà riflessi anche sulle banche locali esaltando quegli istituti territoriali capaci di essere ben capitalizzati”. “Le dinamiche del credito – ha aggiunto Tagliavini - si confrontano fra domanda e offerta. Occorre rendere coerenti le leggi della finanza di impresa con le leggi della tecnica bancaria”. “Se si mette in discussione la separatezza tra banca commerciale e banca di investimento - ha rimarcato Masera –, dobbiamo mettere in discussione anche Basilea. Che ha un suo limite nell’eccessività complessità. E proprio questo rischia di toccare le piccole banche, realtà importanti per l’Italia”.

Redazione Agenzia Stampa Italia

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