(ASI) I dati diffusi oggi dall'Istat ci sembrano sovrastimati non solo per l'Italia, ma addirittura per lo stesso stato dei ricchi sceicchi di Abu Dhabi.

Il vero dubbio, ora, è in quale altro ricco paese siano andati ad effettuare le rilevazioni i ricercatori dell'Istat. Una stima simile, riferita all'Italia, risulta infatti palesemente inverosimile, oltre che del tutto fuori luogo (per non dire ridicola).

Non regge nemmeno il timido tentativo di attenuare l'ottimismo che, probabilmente, anche all'Istituto, è sembrato eccessivo, specificando che i dati sono concentrati nei primi 15 giorni di novembre e risentono in minima parte del clima seguito ai tragici avvenimenti di Parigi.

Al di là di tale evento, che ha sicuramente gettato un'ombra di ulteriore sobrietà e prudenza sulle abitudini economiche dei cittadini, siamo certi che a novembre il record della fiducia più alta di sempre non sia mai stato raggiunto.

I cittadini continuano a vivere una situazione drammatica, piena di incertezze e di criticità. In primo piano si trova sempre l'elevato disoccupazione, problema principale che incide sui redditi, sulla domanda e sulla fiducia.

Non c'è nessuna giustificazione, di fronte a questa realtà, per la diffusione di dati tanto lontani dalla vera situazione in cui si trovano le famiglie.

"Ripetere che va tutto bene significa allontanare la necessità di interventi per una vera e duratura ripresa, creando così danni enormi ai cittadini e al Paese intero." - dichiarano in una nota Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef -  Stiamo valutando, per questo, un'azione per contrastare la propalazione di dati ingannevoli".

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