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Italia. Alle comunali boom dei "grillini", sintomo dell'insofferenza diffusa

(ASI) I dati ufficiali delle elezioni di domenica e lunedì scorso confermano il quadro: il vero vincitore è il Movimento 5 Stelle, perde un numero esorbitante di consensi il centro-destra, mentre il centro-sinistra vince in molti comuni ma la sua base di consensi registra comunque un leggero calo.

 

La sfiducia verso i partiti che, in Parlamento, sostengono il governo dei tecnici, che elargisce "lacrime e sangue" ai cittadini, si è fatta sentire chiaramente. Le inchieste giudiziarie hanno poi determinato un ulteriore calo dei consensi verso i partiti coinvolti nelle aule di Tribunale. L'elemento sorpresa è costituito da un'enorme astensione e dal successo di Beppe Grillo e le sue liste.

Fino a pochi giorni fa molti irridevano quei sondaggi che davano il movimento di Grillo sopra il 7% dei voti. E invece erano stime corrette. Anzi no, ma per la ragione inversa a quella degli scettici perché ora sappiamo che erano stime al ribasso. Nei 20 comuni capoluogo in cui si è presentato il movimento di Grillo ha ottenuto in media l'8,2% dei voti. Questo dato nasconde però una grande varianza. Nei 10 comuni del Nord (tutti quelli in cui si è votato) la percentuale è stata 11,3. Mentre nei quattro comuni capoluogo della ex zona rossa arriva al 13,1. Al Sud invece il movimento era presente solo in 6 comuni su 12 e i suoi consensi sono modesti, il 3,1%. Questa diversità territoriale non è una sorpresa. Era così anche prima di queste elezioni, ma è poco probabile che sia così dopo queste elezioni. Le condizioni politiche, economiche e sociali sono favorevoli ad una espansione del movimento anche nelle regioni meridionali. Il successo di oggi è destinato ad alimentare quello di domani se nulla cambierà nel campo dei partiti tradizionali.

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