(ASI) È scomparso Pippo Baudo, il “Pippo Nazionale”. Con lui se ne va un pezzo fondamentale della nostra storia, l’uomo che ha saputo formare e guidare intere generazioni di artisti, cantanti e presentatori.
Grande musicista, conosceva profondamente la musica: sapeva arrangiarla, trasformarla, renderla più vicina al pubblico. Aveva il senso del successo, della praticità e una visione artistica a 360 gradi. Ogni suo gesto, consiglio, complimento o intuizione erano sempre accompagnati da costanza e tenacia, che per lui erano una regola di vita.
Con Pippo la televisione aveva qualità artistiche ed educative. Non era soltanto un presentatore: era un vero artista, capace di suonare il pianoforte con maestria e di migliorare persino alcune canzoni del Festival di Sanremo. Era un creatore instancabile, curava ogni dettaglio e aveva uno sguardo sempre rivolto al futuro, lungimirante come pochi.
Ho avuto il privilegio di conoscerlo appena ventenne e di andarlo a trovare diverse volte, sia nel suo studio romano, che nei suoi programmi televisivi. Da lui sono nati e cresciuti decine di personaggi e cantanti che hanno fatto la storia dello spettacolo italiano. Colto, elegante, mai volgare. Il suo matrimonio con Katia Ricciarelli rimane ancora oggi nell’immaginario collettivo.
Baudo iniziò a presentare il Festival di Sanremo nel 1968, quando si teneva ancora al Casinò: tredici volte salì su quel palco, rendendo la sua figura indissolubilmente legata alla kermesse. Autoironico, dolce, ma al tempo stesso un comandante con stile. La sua frase caratteristica era: «L’ho inventato io». E davvero, quante cose ha inventato e creato!
Ricordo ancora quando mi parlò di Silvio Berlusconi, riconoscendone con lucidità qualità straordinarie. Era così: sapeva vedere oltre, leggere le persone e il tempo che aveva davanti.
Grazie di cuore, Pippo, per tutto ciò che hai regalato a ciascuno di noi.
Che la terra ti sia lieve: resterai per sempre il nostro Pippo Nazionale.
Salvo Nugnes - giornalista, curatore d’arte.
Fonte foto Wikipedia: Andrea Pellegrini, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons.


