(ASI) Chieti - Nel tardo pomeriggio di Sabato 7 marzo 2015 si è tenuto a Chieti, nella centralissima Piazza G.B. Vico, il presidio della cittadinanza contro la violenza in solidarietà di Simone Daita, il giornalista di 52 anni, violentemente ridotto in fin di vita nella notte del 28 febbraio scorso.

Alla manifestazione, hanno partecipato un gruppo di amici di Simone e cittadini di ogni ceto ed estrazione politica e sociale al fine di manifestare la loro solidarietà per il giornalista gravemente ferito che sta lottando in queste ore fra la vita e la morte.

L'episodio di violenza di cui è stato vittima il noto giornalista teatino, è solo l'ultimo di diversi episodi di violenza che sempre più si stanno verificando a Chieti, una città da sempre conosciuta per l'educazione, il senso civico, il rispetto dei suoi abitanti, ma che negli ultimi tempi è nel vortice di una escalation di violenza senza precedenti.

I fatti sono questi: la notte del 28 febbraio 2015, Simone Daita, ha avuto uno scambio di opinioni, culminate con l'uso delle mani, con persone che stazionavano nei pressi di un noto bar di Piazza G.B. Vico, alla fine del quale, il giornalista teatino è finito al suolo ridotto in fin di vita,con diverse fatture multiple sul viso e sul cranio, come riscontrato dai referti medici.

Ciò che realmente è accaduto a Chieti, in quella notte, gli inquirenti non riescono ancora ad appurarlo con esattezza e fino ad ora l'unico indagato è un ragazzo di 23 anni E.D'O. che si è andato a costituire in Questura riferendo di aver colpito per autodifesa il Daita con un pugno, ma si presumono delle novità nelle prossime ore.

Gli investigatori vogliono vederci chiaro, soprattutto perché appare inverosimile che in una Piazza affollata, nessuno ha visto cosa realmente è accaduto al Daita.

Pertanto, il fine del presidio di solidarietà è stato proprio quello di sollecitare le coscienze della cittadinanza, affinché chi ha visto e sa qualcosa, parli, affinché episodi del genere non si verifichino mai più, in attesa che gli inquirenti con i medici legali della Procura terminino le indagini, e ricostruiscano con le relative responsabilità l'aggressione che ha ridotto in gravi condizioni il giornalista teatino.

Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia

 

 

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