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(ASI) Nel tardo pomeriggio di giovedì, circa 500 “veglianti” - come si sono autodefiniti i manifestanti – hanno dato vita all’esordio della Manif pour tous Italia. Il movimento oltrepassa il confine delle Alpi e giunge anche in Italia per contrastare la proposta di legge Scalfarotto (Pd) e Leone (Pdl) contro le discriminazioni sulla base dell’omofobia e della transfobia.

La preoccupazione è legata al fatto che «nel reato di discriminazione rientrano tutti quegli atti volti alla diffusione di un’opinione differente da quella di quanti affermano la legittimità del matrimonio omosessuale (e della relativa adozione o produzione mediante fecondazione artificiale di figli)». Senza giri di parole, «si tratterebbe quindi di una “legge bavaglio”».

Proprio un bavaglio era indossato simbolicamente da ogni manifestante, che inoltre tra le mani reggeva una candela, ad evocare la necessità di non spegnere la propria coscienza. Presenti a titolo personale anche alcuni esponenti politici. Sono loro che la prossima settimana, il 31 agosto, o al più a settembre, dovranno dar battaglia alla proposta di legge in questione.

Intanto, contemporaneamente al presidio italiano, a Parigi si sono radunati sotto l’Ambasciata italiana alcuni “Manif” per dimostrare che «il dissenso trasversale di popoli e culture che non ha alcuna intenzione di cessare né diminuire». L’asse Parigi-Roma è stato lanciato, ma l’impressione è che il movimento sia destinato ad estendersi anche ad altre latitudini.

Federico Cenci – Agenzia Stampa Italia

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