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Processo Mediaset: confermata condanna a 4 anni per Berlusconi
(ASI) I giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Milano hanno confermato la condanna a 4 anni di reclusione a Silvio Berlusconi per frode fiscale in ambito del processo sui diritti tv Mediaset.
Viene così convalidato il verdetto emesso in primo appello e, in attesa del ricorso in Cassazione, la decisione dei giudici milanesi potrebbe creare diversi problemi per il futuro politico del Cavaliere. E' stata infatti confermata la pena a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e di 3 anni dagli uffici direttivi. Ratificata anche la multa di 10 milioni di euro che Berlusconi dovrà versare all’Agenzia delle Entrate.

Il Pdl fa quadrato su Berlusconi. A seguito della sentenza, sono state tante le voci che dal Pdl hanno criticato aspramente la decisione dei giudici. Per gli esponenti del Popolo delle Libertà, il verdetto delle toghe milanesi avrebbe un peso prevalentemente politico, confermando le costanti pressioni giudiziarie nei confronti di Berlusconi.
"Accanimento disgustoso". Così il capogrupèpo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, definisce la decisione dei giudici. "La sentenza contro Silvio Berlusconi é politica, anzi antipolitica, perché colpendo lui si favoriscono i disegni disgregatori del nostro Paese- aggiunge l'ex ministro- L’ingiustizia é così ripetuta e palese che per fortuna la grande maggioranza dei cittadini capisce benissimo che una parte della magistratura non ha nessuna credibilità. La condanna non colpisce Berlusconi ma chi l’ha pronunciata".
Anche per Mariastella Gelmini, ex ministro e parlamentare del Pdl, la sentenza della Corte d'Appello di Milano avrebbe una funzione prevalentemente politica ed in una nota afferma a riguardo: "Una condanna incomprensibile. E’ l’ennesima prova di un uso politico della giustizia sciagurato che non aiuta un clima di pacificazione che invece dovrebbe instaurarsi tra le forze poltiiche. E’ un fatto estremanente grave e lesivo della democrazia. Si conferma un uso distorto della giustizia non più tollerabile".

Redazione Agenzia Stampa Italia

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