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Scossa nel perugino, la faglia tifernate torna a muoversi - Nella notte un altro lieve sisma fa tremare Città di Castello
(ASI) Perugia, 23 aprile 2013 – Questa mattina Città di Castello trema ancora. E’ una lieve scossa di magnitudo 2.2 quella che scuote ancora una volta le abitazioni del tifernate e gli immediati dintorni.

 

Non ci sono danni a persone o cose, ma per chi ha avvertito la scossa la paura è stata tanta, specie per coloro i quali hanno ancora vivo il ricordo del terremoto di Colfiorito del 1997.

Nulla di paragonabile, fortunatamente, si tratta di lievi scosse di magnitudo appena superiore a 2.

Nonostante la debolezza del fenomeno sismico in atto, è pur vero però che si tratta del terzo episodio di un minimo di rilevanza in appena tre giorni.

Per questo l’osservatorio sismico Andrea Bina di Perugia sta monitorando con attenzione l’evoluzione delle scosse.

Per ora l’episodio più violento degli ultimi giorni resta quello del 21 aprile, sviluppatosi alle ore 6 e 17, e capace di raggiungere una magnitudo di 3.5.

Non solo l’Appennino Umbro è al centro di un fenomeno sismico.

Qualche giorno fa, infatti, il 21 di aprile, anche il Trentino Alto-Adige è stato scosso da un terremoto.

Il fenomeno è di maggiore rilievo, infatti il sisma ha raggiunto magnitudo  4.1, e precisamente nelle zone di Predoi, Campo Tures e della Valle Aurina, ovvero in provincia di Bolzano.

Tuttavia nel caso della regione nordica, si è trattato di un episodio isolato, se pur maggiormente significativo.

L’istituto Andrea Bina, che trae il nome dal Benedettino che a Perugia promosse la fondazione di un’Accademia Augusta nel 1751, e che nello stesso anno mise in funzione il primo sismografo della storia, è comunque un occhio attento, che vigila sulla rilevazione di ogni minima oscillazione che si propaga attraverso il suolo dell’Umbria.

I dati raccolti, si sa, vengono sempre registrati a posteriori, e ad oggi non è possibile prevedere dove e con quale intensità si possa verificare un terremoto.

Ma una cosa è certa, tali numeri, forniti dall’istituto, sono utilissimi agli studiosi di fenomeni sismici e vulcanologici.

Permettono di creare una mappatura dettagliata degli ipocentri, delle faglie attive, o ancora dei tempi di ritorno di tali fenomeni fisici, aiutandoci a conoscerli meglio ogni volta.

Da segnalare infine che appena il 17 e 18 aprile scorsi, era toccato alla Toscana, con due scosse di magnitudo 2.2 e 3.4 che si erano propagate nelle zone di Vaiano, Valenzano, Campi Bisenzio, Signa e Cantagallo.

Michele Topini – Agenzia Stampa Italia

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