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(ASI) E’ una rivoluzione. Una rivoluzione pacifica. In questi tempi difficili in ogni contesto, si riparte dalla Chiesa, che ha trovato una nuova guida, Jorge Mario Bergoglio, che per la prima volta prende il nome di Francesco. E’ il primo sudamericano, “venuto da una a terra alla fine del mondo”, di origini piemontesi, il primo Pontefice gesuita, laureato in filosofia e che si è dovuto mantenere agli studi, facendo il buttafuori e che ha avuto addirittura una fidanzata in gioventù, che viveva in un appartamento modesto di Buenos Aires e che prendeva la metro. Un Papa umano che con un sorriso e un “buonasera” aveva già conquistato tutti, parlando con chiarezza e semplicità,  che dopo aver ricordato l’emerito Benedetto XVI, ha emozionato, richiamando alla fratellanza, all’unità e soprattutto inchinandosi al suo Popolo per chiedergli una preghiera per aiutarlo nel sui difficilissimo compito. La comunità religiosa e non solo ha capito che Papa Francesco apre un dialogo sincero, diretto, quello di un buon padre, che richiama agli insegnamenti dell’omonimo Santo di Assisi. Calmo, buono, sincero, ma anche forte, ricorda molto quel Papa Luciani, che non si ha avuto tempo di apprezzare, ma che è stato il “maestro” di Wojtyla. Gli eroi arrivano nei momenti più brutti, difficili, vengono da posti impensabili, inaccessibili e piena di sofferenza, nel 1979  c’è stato un Eroe della Chiesa e del mondo venuto dalla comunista Polonia, nel 2013 ne arriva uno nuovo dalla povera Argentina ai confini del mondo. Sì, è vero, ora è tornata la Speranza. E’ l’alba di un Rinascita.

Daniele Corvi – Agenzia Stampa Italia

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