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Roma. A Chiara Corbello il Premio europeo per la vita

(ASI) In Campidoglio è avvenuta lunedì la consegna del Premio europeo per la vita (premio Madre Teresa di Calcutta) a tre madri che, con il loro esempio, rendono lustro alla gioventù italiana: Chiara Corbella Petrillo, che ha dato la vita per far nascere il proprio figlio, rappresentata dal marito Enrico, a mamma Irene di Nomadelfia, e a Sabrina Pietrangeli Paluzzi, presidente della “Quercia Millenaria”.

“Emozionato, ho partecipato oggi in Campidoglio al ricordo di Chiara Corbella Petrillo, un’occasione unica per fare memoria di una santità a misura di famiglia”. Così Gianluigi De Palo, assessore capitolino alla Famiglia, a margine della cerimonia. Chiara Corbello era una ragazza ventottenne, morta il 13 giugno scorso a seguito di un carcinoma.

La giovane romana, dopo la morte dei primi due figli, nati con gravi problemi di salute, era rimasta incinta una terza volta pochi mesi prima di scoprire di avere il cancro. Pur di non mettere in pericolo la vita del bambino, Chiara decise coraggiosamente di posticipare le cure a un periodo successivo alla gravidanza.

Carlo Casini, Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo e Presidente del Movimento per la Vita italiano, è intervenuto durante la cerimonia ricordando le parole di Papa Paolo VI, pronunciate in occasione della Giornata Mondiale per la Pace del gennaio 1977: “Se vuoi la pace, difendi la vita”. Concetto espresso anche da Madre Teresa di Calcutta quando ricevette il Premio Nobel per la Pace, nell’anno 1979. La missionaria albanese disse: “Se accettiamo che una madre possa sopprimere il frutto del proprio seno, che cosa ci resta? L’aborto è il principio che mette in pericolo la pace nel mondo”.

“Purtroppo - ha commentato Carlo Casini - nell’Europa di oggi le interruzioni volontarie di gravidanza sono assai più di un milione l’anno. Per questo motivo Giovanni Paolo II parlando ai Vescovi del continente nel 1985 parlò di sconfitta dell’Europa”. Il presidente Casini ha infine pronunciato parole di encomio alle tre premiate e “alle innumerevoli e silenziose madri d’Europa che diffondono e promuovono quei valori che l’Europa proclama, ma spesso tradisce”.

Confidando nell’insegnamento di San Tommaso d’Aquino, ovvero “bonum est diffusivum sui” (il bene si diffonde naturalmente), auspichiamo che l’esempio delle “innumerevoli e silenziosi madri d’Europa” cui ha fatto riferimento Carlo Casini possa propagarsi, costituendo il volano della rigenerazione del Vecchio Continente.

Federico Cenci – Agenzia Stampa Italia

 

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