Il beato Paolo Giustiniani: umanista, eremita, riformatore, fondatore

(ASI) Il Beato Paolo Giustiniani (1476-1528) è una figura eminente che ha interessato la comunità di Umbertide. Con la fondazione della “Compagnia di San Romualdo”  diede origine ai monaci camaldolesi di Monte Corona e dell’eremo che, per secoli, fu la casa madre  di un ramo camaldolese , ancora esistente, che si diffuse in molte regioni italiane e vari paese europei.

Il Beato Paolo Giustiniani era nato da una nobile famiglia veneta da cui provennero dogi e patriarchi di Venezia.

Dopo varie esperienze e studio approfondito dei classici, il Beato Paolo Giustiniani lasciò la città per Camaldoli e poi, sempre alla ricerca dell’ideale eremitico che lo aveva conquistato come strada per la ricerca di Cristo, venne nell’Appennino dove raccolse nuovi compagni e altri monaci camaldolesi che lo seguirono da Camaldoli e da altre comunità che furono il primo nucleo del nuovo ordine che continuava, in forme nuove,  l’esperienza di San Romualdo. In questo percorso acquisì l’abbazia di Monte Corona che passò al nuovo ordine e ne divenne la casa madre con la successiva fondazione dell’eremo che si affiancò alla Badia, che aveva già 500 anni di storia.

È un santo i cui scritti, per varie vicende, sono stati pubblicati solo a partire dalla metà del 1900, grazie all’impegno di Eugenio Massa, ha riscosso nuova attenzione d per la sua attività di riformatore che, in alcuni testi, anticipava alcune considerazioni sulla natura della Chiesa acquisite dopo il Concilio Vaticano II.

In relazione allo sviluppo del cammino “Viae Sancti Romualdi”promosso dal Comune di Umbertide in collaborazione con associazioni e l’ordine camaldolese e riconosciuto fra i cammini religiosi italiani, sembra opportuno ricordare questo personaggio ad Umbertide attraverso una conferenza e la dedicazione di una via cittadina.

Per assicurare il successo del cammino è infatti importante, in primo luogo, che esso sia conosciuto nella sua ricchezza storica nelle comunità che vengono da esso attraversate.

Vincenzo Silvestrelli 

 

 

 

 

 

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