Il vero cruccio del Governo è il Nord - Est che reclama

zes(ASI) Padova - Dopo aver visto il successo salviniano alle elezioni europee, ci si interroga quotidianamente sulla tenuta del Governo giallo - verde. In verità, una grande tenaglia che preme sull'esecutivo è il Nord - Est.

I mal di pancia provenienti dal tessuto economico del Paese, riguardano per lo più un argomento fondamentale, oramai reclamato a gran voce da anni: l'autonomia. Non è solo l'iter legislativo seguito dal Governatore Zaia, o quello intrapreso dalla Regione Lombardia; non si tratta solo del referendum ove i veneti hanno imposto una volontà totale, se non plebiscitaria; è realpolitik. Poiché i veneti, nelle ultime elezioni, hanno scelto la Lega di Salvini, offrendole il 50% dei voti, contro l'8% conquistato dal Movimento 5 Stelle. Questo popolo, vuole vedere realizzato il "sogno" che reclama da anni, e non riesce proprio a capire i rifiuti dei vari esponenti grillini, o della borghesia meridionale, romana o dei richiami (pretestuosi) all'unità d'Italia. E di questo, gli esponenti dei 5 Stelle del Nord - Est, se ne sono accorti, probabilmente tardi, ma hanno posto un tavolo di riflessione sull'argomento. Giustamente, i pentastellati puntano ad un documento programmatico sulle priorità del Nord - Est, autonomia in testa, senza far sconti alla Lega di Salvini. E di fronte all'evidenza, anche i pentastellati del Sud hanno compreso la situazione, annuendo, in un vertice a Roma tenutosi a fine maggio. Grillini del nord contro Grillini del Sud, quindi?

Matteo Salvini, ha annunciato la promulgazione dell'autonomia per il 21 giugno. Data rinviata, dopo tanti proclami andati a vuoto, e pur sempre, senza conferme, anche questa volta. Tuttavia, non è solo l'autonomia ad essere il "problema" del Nord - Est. Anche le Zes, le Zone Economiche Speciali al Nord, sono state inserite tra le priorità del manifesto veneto stilato dai Pentastellati a Roma. La Zes, è pur sempre un'occasione imperdibile per aree come Porto Marghera o il Polesine: sarebbero disponibili difatti 385 ettari, oggi abbandonati, che potrebbero attivare in tre anni 2,4 miliardi di euro di investimenti e 26.600 posti di lavoro, generanti un gettito fiscale di oltre 850 milioni di euro. Negare la Zes, equivale ad aggiungere tasse sulle imprese, a creare malcontento sul ceto produttivo, ed i Cinquestelle devono necessariamente dare un segnale d'apertura.

E mentre i Grillini aprono allo sviluppo economico, domani, 03 giugno, il vicepremier Matteo Salvini, inaugurerà il primo tratto della Pedemontana, 7 km del più grande cantiere pubblico aperto in Italia in questo momento.

Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia

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