Macao, Sardone: “Palazzine tolte dal fondo immobiliare per far spazio al progetto del centro sociale”

sardone3(ASI) Milano - “Ieri in Consiglio comunale è approdata la delibera che esclude le palazzine liberty di via Molise 68, occupate abusivamente dal centro sociale Macao da ormai sei anni, dal Fondo Immobiliare Comune di Milano II.

Che ci fosse dietro una mossa per prendere tempo e favorire gli abusivi in futuro era abbastanza chiaro già dal primo annuncio dell’assessore Tasca, ora lo è ancora di più alla luce del progetto arrivato agli uffici comunali per una valorizzazione delle palazzine per farne un presunto polo culturale, artistico e sociale. Reputo inaccettabile il solo fatto che il Comune prenda in esame una proposta da parte di chi si è impossessato con forza di quello spazio e l’ha deturpato nel corso degli anni, organizzando feste abusive con musica alta fino alle 8 del mattino successivo, proponendo un servizio ristorante e bar senza battere mezzo scontrino, allestendo camere per pernottamenti totalmente senza permesso. Senza considerare lo spaccio di droghe, anche sintetiche, sia all’interno che all’esterno del Macao come ho potuto documentare in prima persona quest’estate: sono queste le attività culturali e sociali che piacciono alla sinistra? L’illegalità è il marchio di fabbrica del Macao ed è scandaloso che il Comune non solo la tolleri ma arrivi addirittura a sostenerla”. Così in una nota Silvia Sardone, consigliere regionale e comunale del Gruppo Misto. “Prima ancora dell’annuncio di Tasca,  il Macao si era espresso nei confronti del Comune senza troppi giri di parole auspicando che le palazzine liberty non rientrassero nel Fondo Immobiliare II proprio per far sì che il progetto di acquisizione andasse avanti. Il collettivo infatti – continua Silvia Sardone – ha presentato al Comune sia un piano di ristrutturazione delle palazzine (compreso il piano interrano) sia un piano finanziario che nelle intenzioni degli occupanti si articolerà in un crowfunding, oltre a un programma di sviluppo socio culturale per l’arco temporale 2019-2025. Si parla di 5 milioni di euro, di cui 2 da usare per la ristrutturazione e 3 da corrispondere al Comune per la cessione della proprietà: una cifra che il Macao reputa congrua perché - dicono gli abusivi - "la destinazione sociale è un elemento che comporta benefici alla parte pubblica". Nel loro progetto gli attivisti parlano di design, arti visive, letteratura, cinema, teatro e tanto altro, ma forse sfugge il fatto che in questi sei anni non hanno fatto altro che infrangere ogni tipo di legge”. Chiude Silvia Sardone. “È evidente che il Macao si spinge così in avanti perché sa di trovare terreno fertile in un’amministrazione comunale che da inizio mandato strizza l’occhio ai centri sociali (vedi Leoncavallo), ma è altrettanto inaccettabile che il Comune scenda a patti con chi ha occupato abusivamente un immobile di sua proprietà. Dopo la bocciatura da parte del Consiglio comunale della mia mozione per arrivare allo sgombero del centro sociale, mi auguro che Sala e compagni cambino registro sul Macao e inizino a parlare di legalità: glielo spiegano loro ai commercianti onesti e regolari che chi fino a oggi ha organizzato serate, venduto cibo e bevande senza pagare un centesimo di tasse verrà regolarizzato?”.

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