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Istat: Fiducia delle imprese manifatturiere, dei servizi e del commercio

(ASI) Nell'ultima indagine Istat si apprende che nel mese di giugno 2011 l’indice destagionalizzato del clima di fiducia del settore manifatturiero scende a 100,5 da 101,1 del mese di maggio.

 

I giudizi sugli ordini peggiorano lievemente e le attese di produzione rimangono stabili; aumenta il saldo delle risposte sul livello delle scorte di magazzino.

L’indice diminuisce da 100,2 a 98,8 nei beni strumentali, mentre aumenta da 100,1 a 100,8 nei beni di consumo e da 104,7 a 105,3 nei beni intermedi.

Secondo le consuete domande trimestrali sull’attività delle imprese esportatrici, nel secondo trimestre peggiorano sia i giudizi sia le aspettative sul fatturato delle esportazioni. Diminuisce poi la quota di quanti segnalano la presenza di ostacoli all’esportazione così come quella di coloro i quali giudicano i prezzi all’export superiori a quelli praticati sul mercato interno.

Nel mese di maggio 2011, l’indice destagionalizzato del clima di fiducia delle imprese di costruzione sale a 80,6 da 73,3 di aprile.

Migliorano sia i giudizi sugli ordini e/o sui piani di costruzione, sia le attese sull’occupazione.

L’indice sale da 64,3 a 68,8 nella costruzione di edifici, da 72,3 a 80,4 nell’ingegneria civile e da 83,1 a 95,2 nei lavori di costruzione specializzati.

Per quanto riguarda l’indice destagionalizzato del clima di fiducia sale, rispetto a maggio, per le imprese dei servizi, ma scende per quelle del commercio al dettaglio. In particolare, per le prime l’indice cresce da 96,8 di maggio a 101,1 di giugno, per le seconde diminuisce da 101,4 a 99,2.

Nei servizi migliorano sensibilmente i giudizi e le attese sugli ordini, ma peggiorano lievemente le attese sull’andamento dell’economia italiana.

Recuperano, inoltre, i giudizi e le attese sull’occupazione e i giudizi sull’andamento degli affari; sale lievemente il saldo delle attese sulla dinamica dei prezzi di vendita.

Nel commercio, l’indicatore scende nella grande distribuzione (da 100,3 a 95,7) e sale leggermente nella distribuzione tradizionale (da 105,1 a 105,8).

I giudizi sulle vendite sono stabili, ma peggiorano le attese a breve termine; in ulteriore aumento sono giudicate le scorte di magazzino.

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