Inflazione: torna il segno meno, le posizioni di Federconsumatori e Coldiretti

Inflazione: torna il segno meno.

(ASI) Indispensabile intervenire su occupazione e sviluppo per dare nuovo slancio all'economia. Dopo i timidi (pressoché impercettibili) segnali positivi registrati nel mese scorso l'inflazione torna ad essere preceduta da segno meno. "Un dato scoraggiante, segno della mancanza di prontezza e di strategia da parte del Governo, che da tempo avrebbe dovuto intervenire concretamente per rilanciare occupazione e domanda interna." - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

Siamo, da troppo tempo, prigionieri di una fase di stallo intollerabile. La vera priorità del Paese, sulla quale intervenire per dare una vera svolta all'economia, è l'occupazione.

È fondamentale, in tal senso, avviare quel Piano Straordinario per il Lavoro che da tempo richiediamo al Governo che, senza disperdere risorse in mille rivoli si concentri sulla disposizione di investimenti per:

- innovazione, ricerca e sviluppo tecnologico;

- realizzazione, modernizzazione e messa in sicurezza antisismica delle infrastrutture, specialmente al Sud;

- valorizzazione e qualificazione dell'offerta turistica.

Al fianco di tale piano è indispensabile evitare categoricamente l'aumento dell'IVA dal 10 al 13% e dell'IVA ordinaria dal 22 al 25% nel 2018 ed al 25,9% dal 2019. Aumenti che, per una famiglia tipo, comporteranno ricadute a regime di +782 Euro annui a famiglia.

Un'operazione che darà un colpo drammatico all'intero sistema economico. Anche solo prospettare tale aumento ha un allarmante effetto depressivo sull'economia, sui comportamenti delle famiglie e sugli investimenti.

Sono queste le azioni egli interventi fondamentali ed improrogabili, in grado di gettare le basi per una crescita reale, importante e stabile dell'intero sistema economico.

Vi riportiamo anche la dichiarazione della Coldiretti.

Inflazione: Coldiretti: "Deflazione devastante -38% prezzi grano"

(ASI) La deflazione ha effetti devastanti nelle campagne dove le quotazioni rispetto allo scorso anno sono crollate per il grano duro (-38%) e il latte viene ormai pagato agli allevatori quasi come l’acqua minerale al supermercato. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’andamento dell’inflazione ad ottobre sto che ha visto gli alimentari in calo dello 0,3% su base annua. A rischio – sottolinea la Coldiretti – c’ è il futuro di prodotti simbolo del Made in Italy, ma anche un sistema produttivo sostenibile che garantisce reddito e lavoro a centinaia di migliaia di famiglie e difende il territorio nazionale dal degrado e dalla desertificazione. Oggi gli agricoltori - precisa la Coldiretti - devono vendere piu’ di tre litri di latte per bersi un caffè o quindici chili di grano per comprarsene uno di pane. Le coltivazioni come il latte e la carne – conclude la Coldiretti - subiscono la pressione delle distorsioni di filiera e dal flusso delle importazioni selvagge che fanno concorrenza sleale alla produzione nazionale perché vengono spacciati come Made in Italy per la mancanza di indicazione chiara sull’origine in etichetta.

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