(ASI) Il petrolio della Basilicata è una delle ricchezze inestimabili del nostro Paese, inattesa fino a qualche decennio fa, che passa tra le mani delle multinazionali d'origine straniera.
Total e Shell, infatti, investiranno 1,6 miliardi di euro per sviluppare l’estrazione greggio dal giacimento perolifero di Tempa Rossa, nel comune di Gallicchio, dove le due aziende opereranno con una partecipazione del 75% per il colosso francese e per il 25% per quello anglo-olandese. In base al piano industriale presentato, l’entrata in esercizio del giacimento è prevista all’inizio del 2016, anno a partire dal quale saranno prodotti circa 50mila barili di petrolio ogni giorno, oltre a 230mila metri cubi di gas naturale e 240 tonnellate di gas liquido. Il progetto prevede la costruzione di un centro di lavorazione di petrolio e gas, oltre a un deposito di gas liquefatto ed un collegamento con l’oleodotto Val d’Agri-Taranto che porterà il petrolio nella raffineria della città, gestita dall'Eni. "Lo sviluppo di Tempa Rossa è un punto molto importante per la strategia di Total visto che è incrementerà la produzione della nostra azienda per i prossimi anni" ha dichiarato Yves-Louis Darricarrère, presidente di Total Exploration & Production. Gran parte della cittadinanza basilisca e di quella tarantina vedono in questo progetto una nuova catastrofe ecologica ai danni delle terre del Meridione. Nel giugno scorso è giunta alla redazione de "Il Quotidiano della Basilicata" una lettera minatoria - firmata dal Fronte di Liberazione del Sud cellula della fratellanza lucana e calabrese - nei confronti delle compagnie petrolifere, definite "negrieri invasori della terra del Popolo". Il gruppo annuncia in questa missiva di far "saltare le roccaforti dei nemici invasori. Questa terra è di Dio e del popolo. Cominceremo con uno dei simboli della tirannia. Colpiremo Tempa Rossa".
Redazione Agenzia Stampa Italia