L’appello di Papa Francesco per la pace in Terra Santa: “la preghiera ci aiuta a non lasciarci vincere dal male”

(ASI) Città del Vaticano: Ancora una volta al termine dell’Angelus di domenica scorsa in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha chiesto di pregare per la pace in Terra Santa.

Bergoglio nel corso dell’Angelus parla del Vangelo del giorno ed in particolare sottolinea come con questa a parabola Gesù  parli a ciascuno di noi oggi, proprio come ai discepoli duemila anni fa, “ci ricorda – dice – che noi siamo il terreno dove il Signore getta instancabilmente il seme della sua Parola e del suo amore”.

Poi prosegue “in questo caso, Gesù non si è limitato a presentare la parabola, l’ha anche spiegata ai suoi discepoli. La semente caduta sulla strada indica quanti ascoltano l’annuncio del Regno di Dio ma non lo accolgono; così sopraggiunge il Maligno e lo porta via. Il Maligno infatti non vuole che il seme del Vangelo germogli nel cuore degli uomini”.

Al termine dell’Angelus dunque l’accorato appello del Pontefice a tutti perché si continui a pregare per la pace in Terra Santa visti anche gli accadimenti degli ultimi giorni. Poi aggiunge “  la preghiera ci aiuta a non lasciarci vincere dal male né rassegnarci a che la violenza e l’odio prendano il sopravvento sul dialogo e la riconciliazione – e prosegue – esorto le parti interessate e tutti quanti hanno responsabilità politiche a livello locale internazionale a non risparmiare la preghiera e a non risparmiare alcuno sforzo per far cessare ogni ostilità e conseguire la pace desiderata per il bene di tutti. E invito tutti voi ad unirvi nella preghiera”.

Parole di speranza quelle del Pontefice che fa capire alla comunità Cristiana e non solo, rivolgendosi anche ai potenti, di pregare, di credere che con la preghiera vera e profonda da parte di tutti si possa raggiungere quel traguardo per molti utopico per altri potenzialmente concreto chiamato “pace”, una parola semplice che purtroppo molto spesso, a causa dei poteri forti e dei meri principi materialisti, non riesce a concretizzarsi e purtroppo a farne le spese sono sempre i più deboli, il popolo, coloro che di fronte a tali angherie non possono fare nulla se non pregare il Signore.

 

Erika Cesari  - Agenzia Stampa Italia

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