Lo stato di salute delle imprese sportive al Forum di Treviso Il 22 giugno nell’Auditorium della Provincia trevigiana, protagonista il comparto produttivo dello sport, tra presente e futuro
Qual è lo stato di salute delle aziende specializzate in prodotti per lo sport e come vivono l’attuale congiuntura? Questo e molti altri gli interrogativi che saranno affrontati all’evento di Treviso, sia a livello nazionale che regionale, per definire lo stato dell’arte e per tracciare le prossime linee di sviluppo per il futuro di un sistema industriale che è considerato un vero e proprio asset dell’economia nazionale, nonché espressione di eccellenza del Made in Italy.
“ Sport ed Economia si intrecciano in un binomio naturale, fondato sui valori e su dinamiche di mercato - afferma Luca Businaro, Presidente di Assosport - Da un lato lo sport è sinonimo di movimento e vitalità; le aziende che operano nello sport hanno la caratteristica intrinseca di essere vitali, gestite, nella maggior parte dei casi, da manager sportivi o ex sportivi che costruiscono la propria intraprendenza imprenditoriale su una cultura proveniente dal mondo dello sport: “si fa economia con lo sport, ma la stessa economia è “sportiva” per noi. Dal punto di vista prettamente economico, la situazione nel nostro settore non è rosea, anche se, può ritenersi migliore che in altri ambiti. Le aziende sportive in Italia hanno registrato, tra il 2010 e il 2011, secondo i dati ufficiali di bilancio, una sostanziale stabilità, ossia in generale i volumi di fatturato si sono mantenuti, con una crescita minima dell’1,62% che, paragonata agli altri settori sostanzialmente in calo, è un segnale comunque positivo. Quello che emerge nel dettaglio- prosegue Businaro -è che il mercato nazionale o “domestico” sta attraversando una calo a due cifre, mentre il volume delle esportazioni è in crescita: il dato di fatto è che le aziende sportive nazionali sono in affanno, soprattutto a causa di lentezze burocratiche e di un rapporto ormai disgregato con gli istituti di credito. Abbiamo lanciato una importante provocazione, quella di chiedere all’ABI un tavolo di incontro per aprire un dialogo- conclude Businaro -considerando che il consumo di articoli sportivi in Italia equivale a 25 miliardi di euro e questo fa capire come il nostro settore, seppure “di nicchia” occupi uno spazio di rilievo all’interno del sistema economico nazionale e per questo deve poter contare su un futuro garantito”.