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Italia. La famiglia Sandri rende omaggio ad Antonio Manganelli
(ASI) I familiari di Gabriele Sandri, giovane tifoso laziale ucciso da un agente di Polizia nel 2007 in un'area di servizio autostradale, si sono uniti al coro di quanti hanno espresso cordoglio per la scomparsa di Manganelli, capo della Polizia. ''Era un uomo onesto intellettualmente e un amico, un grande uomo: saper chiedere scusa vuol dire avere tante cose dentro e non tutti sono capaci - ha detto Giorgio Sandri, papà di Gabriele - Lui ci è sempre stato accanto e senza se e senza ma si è assunto le sue responsabilità. Lo ricorderò sempre con grande affetto. Era un grande uomo di Stato, veramente il capo della Polizia''.
Dello stesso tenore le parole di Cristiano Sandri, fratello di Gabriele. "Io e la mia famiglia - ha dichiarato - lo apprezziamo per la sua onestà intellettuale, per il rispetto che ha sempre avuto per noi e per la sua profonda umanità. Ha avuto il grande merito di non aver mai cercato scuse per l’omicidio di mio fratello, un vero esempio per la sua professione e per il ruolo che rivestiva. Solo i beceri potrebbero imputargli qualcosa per quanto accaduto a Gabriele, perchè non fu lui a macchiarsi di quel delitto".

"Ripeto - ha proseguito -, Manganelli si è comportato da vero capo, ha ammesso più responsabilità lui rispetto ad altri soggetti, soprattutto politici, sempre pronti a tergiversare. Persone come Manganelli contribuiscono a far crescere le istituzioni, rifiutando quelle suggestioni sempre anti che non sono costruttive, per evitare quelle generalizzazioni del tipo “tutti i tifosi di curva sono violenti”. Di fronte alla sua morte ci leviamo il cappello e chiniamo il capo, non possiamo che ricordarlo con profonda umanità".
Redazione Agenzia Stampa Italia

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