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Taranto. Sull'Ilva ci mancava solo la tromba d'aria
(ASI) Sembra una maledizione quella che si è abbattuta su Taranto; nella mattinata di mercoledì una tromba d'aria e un fulmine hanno provocato crolli, una trentina di feriti e un disperso. Quest'ultimo è un operaio che stava lavorando in una cabina di una gru finita in mare per la tromba d'aria. Un ciclone di quelle dimensioni, in Italia, rappresenta qualcosa di mai visto. Si tratterebbe di un tornato di scala 1-2 con venti che spiravano fino a 200 chilometri.
"Gravi danni strutturali, ma tutte le emissioni dell’azienda - si legge in un comunicato dell’Ilva - sono sotto controllo. Il fulmine caduto su una delle ciminiere ha toccato due tralicci dell’alta tensione”.
Intanto, sulla delicata situazione della chiusura dell’Ilva, il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, in una informativa urgente alla Camera ha dichiarato: “Immaginare che una crisi che si determinerebbe per la chiusura non abbia effetti sulla qualità della vita è da irresponsabili: lasciare senza reddito 20mila famiglie italiane vuol dire assumersi la responsabilità di conseguenze non stimabili sul piano sociale. Noi abbiamo in mente la priorità della difesa della salute, la priorità della difesa dell’ambiente, la priorità della difesa della continuità produttiva e la salvaguardia di un patrimonio sociale che altrimenti verrebbe messo in crisi". Il ministro Clini, infine, si lascia andare a una considerazione complottista: "Se volessimo ragionare in termini di Grande Fratello potremmo dire che è in piedi una strategia molto importante per dare un altro colpo all’economia italiana. Non voglio ragionare con queste dietrologie, però comunque è un fatto".
Redazione Agenzia Stampa Italia

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