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Speciale ASI Meeting Rimini, Intervista a Gian Micalessin. La Siria? Ultima roccaforte dei cristiani in Medio Oriente
(ASI) La Siria? Ultimo luogo sicuro per i cristiani in Medio Oriente. Una posizione molto netta quella di Gian Micalessin, firma de Il Giornale.

 

Triestino, classe 1960 è fondatore e membro di un'agenzia entrata nella leggenda, la Albatross Press Agency. Con gli amici e colleghi Almerigo Grilz (caduto a Caia il 19 Maggio 1987) e Fausto Biloslavo fotografa e riprende guerre in tutto il mondo, in anni in cui la Tv satellitare, internet e lo streaming non rendevano ancora il globo a portata di click.

 

Quale sarebbe stato il giudizio di Almerigo sulla Primavera Araba?

 

Almerigo era un tipo molto pratico. Sono certo non si sarebbe fermato alla superficie, scavando invece in profondità al fine di scoprire ed analizzare i retroscena delle rivolte che hanno infiammato Nord Africa e Vicino Oriente.

 

Quanto l' Occidente non ha capito della Primavera Araba?

 

Ma, a dire il vero l'Occidente ha capito piuttosto bene cosa sia la Primavera Araba, soprattutto in  merito a cosa avrebbe potuto e potrebbe ottenere dal cambio nei paesi interessati dalle rivolte. Chiaramente l'America ha consegnato all'opinione pubblica una versione edulcorata delle vicende.

Dietro ai mutamenti di regime, alle spalle dei rivoltosi, spesso c'è l'ombra di paesi come l'Arabia Saudita, i cui interessi, ovvio, hanno poco a che spartire con le speranze e gli aneliti democratici di chi onestamente crede nella battaglia che sta conducendo.

 

La Siria ultima roccaforte crisitiana. Perché?

 

In quella nazione i cristiani hanno goduto e godono ancora di una certa libertà e sicurezza; la guerra e il rischio di una deriva integralista potrebbe mettere a serio rischio la loro incolumità. Ti porto, se vuoi, anche l'esempio dell'Iraq: prima della guerra i cristiani iracheni viveano una situazione di maggiore tolleranza e rispetto.

 

Mi viene in mente Tareq Aziz, vice Primo Ministro di Saddam Hussein...

 

Esatto. Aziz ricoprì incarichi molto importanti nel regime si Saddam, segno inequivocabile di una linea di maggiore tutela e rispetto della minoranza cristiana.

 

A tuo avviso, perché il movimento pacifista non si è fatto vivo di fronte agli attacchi Nato in Libia? Tripoli valeva forse meno di Saigon o della Kabul presa dai russi?

 

Guarda fermati anche a Saigon, perché non ricordo grandi manifestazioni contro l'invasione sovietica dell'Afganistan. La verità è che un movimento pacifista non esiste più o, per lo meno, durante la guerra contro Gheddafi neanche ha fatto capolino.

 

I pacifisti allineati all' "odiata" Nato?

 

Beh, diciamo che hanno accettato una certa immagine, una versione di comodo di una realtà ben più complessa.

 

Marco Petrelli-Agenzia Stampa Ialia

 

 

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