Mondiale alla Francia: tattica e talento sufficienti per vincere

champions copy(ASI) Mosca- Quanto era stato pronosticato, almeno in finale, ha trovato spazio nell'epilogo di Russia 2018. I bleus battono i Croati e si consacrano campioni del mondo, come 20 anni prima, raggiungendo Aregentini e Uruguayani nel conto dei Mondiali vinti, due dietro solo a Brasile (5), Germania e Italia (4).


A Mosca, sotto lo sguardo dei presidenti Vladimir Putin, Emmanuel Macron e Kolinda Grabar-Kitarovic, la Francia ha vinto 4-2 con più tiri in porta ma meno possesso palla (solo 34,2% rispetto ai rivali con il 65,8%). Il dna di una squadra contropiedista ha trovato solidità grazie alla sua difesa e a qualche innesto talentuoso in ogni reparto. Dopo l'autorete di Mandzukic sono andati in gol Griezmann su rigore, Pogba e Mbappé con tiri da fuori area ai danni di un non impeccabile Subacic, proprio gli uomini chiave di questa nazionale. Varane e Kanté hanno dato sostanza anche a difesa e centrocampo, facendo vincere ai bleus un torneo nel quale hanno subito solo 7 reti.
Modric e compagni hanno provato a reagire, ma condizionati da una finale che per la Croazia resta comunque un successo, anche prima di essere ingabbiati dalla ragnatela di Deschamps. L'allenatore francese sembrava quasi un personaggio scomodo prima di un ideale arrivo di Zidane, ma dalla finale persa con il Portogallo agli Europei 2016, l'ex centrocampista juventino ha proseguito il suo rigoroso lavoro. Salendo sul podio degli uomini campioni del mondo da calciatori e allenatori insieme al brasiliano Zagallo e al tedesco Beckenbauer, DD ha dato prova di grande intelligenza tattica, non sempre riconosciuta.
La Francia operaia, con un gioco simile alla tradizione italiana fatta di marcature a uomo e ripartenze, ha vinto sulle stelle Messi, Ronaldo e Neymar con 6 vittorie e un pareggio in 7 partite. Ci sono state tante eliminazioni eccellenti: Italia e Olanda alle qualificazioni, Germania nella fase a gironi, Brasile, Argentina e Spagna nell'ultima fase. Alla fine il calcio si è però ricordato di essere uno sport di squadra e il complesso ha vinto sui singoli.
Da oggi si ricomincerà a parlare di Ronaldo alla Juventus, del prossimo acquisto del Real Madrid, del calciomercato e dei pronostici per i prossimi campionati nazionali, come se i Mondiali fossero sempre più una piccola parentesi all'interno del calcio giocato dallo strapotere monetario delle squadre di club. Nel caso delle nazionali il talento inserito in una tattica vincente resta però ancora il segreto per vincere, soprattutto quando non si ha il tempo per una lunga programmazione.
Il valore aggiunto della Francia è racchiuso nel melting pot e nelle origini straniere dei suoi calciatori ma, come ha detto lo stesso Griezmann, «la maglia della nazionale ha riunito tutti sotto la stessa bandiera». Chissà se per la stella dell'Atletico Madrid la supercoppa europea sarà il trampolino per sottrarre il Pallone d'Oro a Ronaldo. Contro il Real CR7 non ci sarà, almeno nella sfida diretta.
Nota a margine per il calcio italiano: come ha insegnato la Francia in questo Mondiale dispettoso con le star tanto attese, Cristiano in bianconero non porterà un immediato effetto a cascata sul calcio azzurro. Se in Mancini è stato visto un Deschamps italiano, ora tocca a tutti gli altri far sbocciare i futuri Mbappé della Penisola.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia

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