Farchie di Fara Filiorum Petri: le possibili origini precristiane del rito
(ASI) Fara Filiorum Petri (Ch)– Dopo due anni di stop forzato causa pandemia da Covid, nel pomeriggio del 16 gennaio 2023, la festa delle Farchie di Sant'Antonio è tornata ad animare il centro del paese di Fara Filiorum Petri, vicino a Chieti alle pendici della Majella orientale. Ogni zona del paese di Fara prepara la sua Farchia: Contrada San Salvatore (Fara Centro), Brecciarola, Campolungo, Colle Anzolino, Colle Pidocchioso, Colle Pretoro, Colle San Donato, Colli Centro, Crepacce, Fara Centro, Focaro, Forma, Fonzoni, Fraderna, Giardino, Madonna Del Ponte, Mandrone, Orticelli, Pagnotto, Piane della Masseria, Piane-San Giacomo, Ruzzi, San Nicola, Sant'Antonio, Sant'Eufemia, Sotto le Ripe, Sotto Le Vigne, Valli e Vicenne.
 
Ma, quali sono le origini e il significato dell'antica tradizione popolare e ludico – religiosa delle Farchie?
 
Secondo la versione cristiana a noi pervenuta, l'origine della festa delle Farchie di Fara Filiorum Petri, sarebbe piuttosto recente, risalirebbe al 1799, allorché Sant'Antonio Abate fermò l'esercito francese che voleva occupare il paese, sbarrandogli la strada, trasformando in un muro invalicabile di fuoco e fiamme il querceto intorno al borgo. Dunque, a memoria del miracolo compiuto da Sant'Antonio Abate, i Faresi, alla presenza della statua del Santo che in corteo portano nella chiesa a lui dedicata, alzano e incendiano le Farchie (giganteschi fasci di canne legati con rami di salice rosso) nell'attiguo piazzale del cimitero fra canti, balli, cibo e bicchieri di buon vino per riscaldarsi al grido di "Viva lu Sand'Andogne".
 
Ma il rito delle Farchie fa pensare subito agli antichi riti pagani propiziatori della rinascita del sole che vince le tenebre, successivamente mutuati dal Cristianesimo. Si tratta di riti agrari del solstizio d'inverno, allorché il Sole invincibile vince le tenebre, ed é di buon auspicio per i raccolti del nuovo anno.  Tutti Ciò sta ad indicare una probabile recente cristianizzazione di una ancestrale festività. 
 
A tal proposito, va detto che il mitico racconto sembra collegare la festività delle Farchie di Sant'Antonio al culto di Giove, sia perché le querce sono un albero sacro a Giove, sia perché il padre degli Dèi aveva la capacità di sfogare la sua ira contro i nemici con fulmini e saette incendiarie. 
 
Tra l'altro, a partire dal III secolo, il Sol Invictus ha preso sincretisticamente il posto di Giove col quale spesso si identificava, soprattutto in Italia, dove il culto politeista italico – romano era ancora molto sentito nel Basso Impero. Inoltre, se si considerando le origini longobarde del toponimo di Fara Filiorum Petri, si potrebbe azzardare un sincretico collegamento anche fra Giove, il dio germanico Thor che col suo martello cosmico colpisce con fuoco, fulmini e saette i nemici,  e Sant'Antonio Abate che scaccia il demonio. 
 
Purtroppo però non possiamo essere certi di un collegamento diretto della festa delle Farchie di Fara Filiorum Petri con festività precristiane, ma sicuramente c'è un collegamento indiretto legato al sincretico collegamento della figura sacra di Sant'Antonio Abate con funzioni e riti propri di divinità della prisca religio italico - romana, di cui il santo cristiano ha preso il posto, come è accaduto pressoché sempre nella conversione della società romana da politeista a cattolico - romana monoteista. 
 
 
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia  

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