La paura di tornare a vivere causata dalla pandemia, l’indagine della Fondazione Italia in Salute

(nocovidjpgASI) La fondazione Italia in Salute ha analizzato l’impatto del Covid-19 sul sistema sanitario, e gli atteggiamenti cambiati dagli italiani oltre alle  ripercussioni sul sociale. Secondo lo studio si certifica come 35 milioni di cittadini abbiano avuto problemi ad accedere a servizi e prestazioni sanitarie per patologie non riguardanti la pandemia.

Cancellazioni e rinunce per visite specialistiche del settore salute hanno coinvolto circa 10 milioni di persone.

6,8 milioni per paura di accedere ad una struttura hanno disdetto una visita, e circa 2,7 milioni hanno rinunciato a recarsi anche dal medico di base. C’è chi ha escluso di sottoporsi a radiologia, un altro milione ad interventi ospedalieri, chirurgici e persino di recarsi al pronto soccorso. L’ammontare di questicittadini hanno rinunciato, secondo la parola degli esperti, per paura di venire contagiati negli ambienti sanitari ed ospedalieri. Solo il 13,8 per cento ad oggi, dichiara che non ha timore a frequentare strutture di tipo sanitario. Questo è il quadro che emerge dalla ricerca della Fondazione Italia in Salute, realizzata da Sociometrica, per quantificare su scala nazionale le conseguenze dell’epidemia sul sistema sanitario impegnato nelle patologie non-Covid19.Le analisi dei dati,fanno trapelare immagini di un mondo sommerso,che riguarda la mancata socialità e la dura vita quotidiana. Dalla ricerca emerge inoltre che l’italiano medio ha avuto grosse ricadute sul sociale.

Ad esempio il 63,3% di persone evita di prendere mezzi pubblici, oltre la metà non frequenta più negozi o bar. Sette persone su dieci hanno ridotto le uscite con altri, sono diminuite le uscite con amici e conoscenti dentro casa, il 30% ha rinunciato a praticare sport. Si parla di aspetti che riguardano il lato comportamentale dell’individuo ed anche psicologico. È stato riscontrato anche in concomitanza con gli studi condotti dagli scienziati che circa il 49,1% della popolazione avverte una crescita dello stress, il 27% ha malesseri psicologici di tipo generale, il 25,7 per cento mangia di più, o ha smesso di controllare la propria dieta, il 16,5% accusa sintomi di depressione. L’impatto sulle donne è molto più pesante rispetto a quello sugli uomini. Antonio Preiti, Direttore e Fondatore di Sociometrica si esprime a tal proposito dicendo : “Scopriamo un’Italia in grande sofferenza, non solo sul piano economico e sociale, ma sul piano delle singole persone, che non salva nessuno e nessun aspetto della vita come eravamo abituati a viverla. Avere cognizione dell’ampiezza e della profondità del male oscuro innescato dal Covid19 è fondamentale se vogliamo uscirne senza traumi sociali permanenti”. C’è anche in ballo la questione dei giovani, forse la categoria che ha sofferto di più durante la pandemia.

Il 60% dei genitori intervistati ritiene che la pandemia abbia avuto un impatto psicologico negativo sui figli minorenni. L’aumento di disturbi legati alla sfera depressiva è aumentato. La risposta in digitale proposta non è stata sufficiente ad alleviare il peso dei periodi di costrizione e confinamento. Si spera intanto in una lenta ripresa con l’arrivo dell’estate. Il Governo analizzando gli ultimi dati ha deciso di optare per aperture graduali. Gli ultimi monitoraggi sul virus sono promettenti, anche se non va dimenticata la prudenza. Le ripercussioni che la nuova malattia da SARS-CoV-2 si faranno sentire nel tempo. Gli italiani sperano in un ritorno alla normalità che avvenga il più presto possibile.

Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia

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