La crisi economica legata alla pandemia da Covid19 ,l’Italia a confronto congli Stati Uniti e l’Europa

statitistica(ASI) I dati che ci pervengonoda fine di marzo, raccontano di un’economia americana già in piena ripresa e già tornata a dei livelli di prima della pandemia. Quella italiana era del 6,9% più piccola di come era stata a fine del 2019. Con il susseguirsi delle ondate del Covid-19 il Paese subiva la seconda recessione in un anno.

Le misure che si presero riguardavano i periodi di restrizione e di confinamento, il tutto per cercare di salvare la vita ai cittadini esposti al virus. Dopo un ritorno alla normalità in estate, gli spostamenti in inverno erano discesi ancora a livelli molto bassi, segnati durante il periodo di lockdowntotale di un anno fa. Questo ha avuto ripercussioni negative per tutti i comparti economici e produttivi. Per citare degli esempi, l’uso dei mezzi pubblici è stato dell’80% inferiore a quello di prima della pandemia, la circolazione a piedi nei centri abitati si era diradata ancora di più. I dati sensibili sono raccolti dalle reti di tracciamento per i vari dispositivi mobili.

Questa sterminata rete di “sorveglianza digitale” restituisce un quadro dell’economia. Viene certificato che a fine aprile gli italiani secondo anche l’aiuto dei dati Istat, hanno frequentato i ristoranti, bar o centri commerciali il 24% in meno rispetto ai ritmi di prima dell’avvento del virus. Tornati ad oggi ad una quasi normalità, viene riportato dalle fonti di come le abitudini siano state riprese e le attività anche se non del tutto aperte nuovamente. Anche gli americani hanno continuato a lavorare da casa, come tedeschi ed italiani. Questi ultimi frequentano stadi e negozi al pari della normalità.

L’Italia resta ancora un passo indietro. Dobbiamo ricordare che questa recessione indotta è stata attuata per salvaguardare la salute dei cittadini, e per non appesantire il carico ospedaliero. Il sollevamento delle restrizioni potrebbe far ripartire in maniera concreta l’economia. I consumi delle famiglie americane a fine marzo, prima ancora che iniziassero ad arrivare gli stimoli della nuova amministrazione Biden, erano del 12,5% sopra ai livelli del 2019. Non è un caso che anche in Italia i manager del settore manifatturiero hanno registrato, per aprile, il livello più alto di gradimento per le riaperture. Dati incoraggianti provengono anche dall’Europa, trainata molto di più dalle esportazioni verso il resto del mondo che dalla spesa delle famiglie. Ci sono i primi segnali di ripartenza , che vedono l’Italia in zona gialla, ed un conseguente ritorno ai consumi ed alle attività.

Vari algoritmi riportano un’intensità del traffico a Roma e a Firenze sotto la media, per mancanza dell’affluenza di turisti. A Milano e a Padova invece è simile alla media nazionale, mentre Torino, Bologna e Napoli viaggiano oltre i livelli di quattordici mesi fa. La lenta ripresa dell’economia italiana è agli esordi, non basterà di certo la zona gialla ed i vaccini a curare le ferite inferte dal terribile morbo della crisi sanitaria e socio-economica.

Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia

 

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