Breve sintesi storica su morale naturale e morale cristiana. Quarta Parte.

morales(ASI) La Tradizione dell’india antica, del resto non dissimile da quella attuale, non differisce molto da quella cinese, se non nel fatto di avere una connotazione piu spirituale.

L’ordine cosmico, nella visione metafisica indiana, è permeato dalla presenza della triade composta daBrahma, l’energia creatrice, Visnù l’energia conservatrice e Sciva, l’energia distruttrice che attuano la duplice via della Mano Destra e della mano Sinistra: espansione, stasi e contrazione.

Nei tempi moderni qualcosa di simile può essere riscontrato nella ipotesi Scientifica del Big—Bang.

L’intera fase cosmica, equivalente ad un respiro del Brahma, e detta Manvanthara che, a sua volta, si compone di quattro cicli o yuga che corrispondono alle quattro mitiche età dell’Occidente.

Ogni ciclo si riflette nel mondo terreno e così alla superiore, intrinseca qualità del primo ciclo corrisponde, in terra, l’analogo ordine sociale, morale e politico, fino all’avvento dell’ultimo ciclo di ciascuno.

Posta, quindi, la diversa qualità o natura di ogni ciclo appare logico, come conseguenza di uniformarsi a questo principio, accettare la diversità degli uomini, in base alla qualità

In tal modo trova piena attuazione il Kharma che è, appunto, la perfetta corrispondenza dell’uomoal suo principio superiore.

Si formano, così (senza che ciò valga da parte nostra in alcun modo ad approvazione), le altre tre caste: gli Ksciatria,la casta guerriera; i Viaiscia, la casta degli artigiani e gli Scudra, operai, contadini, servi.

Dalla visione del mondo così concepita, consegueche ogni uomo attua nella propria esistenza unamorale individuale che, seppur apparentemente complessa nella determinazione, si presenta estremamente semplicenella pratica attuazione perché si esprime nella fedeltà alla propria natura (Svadharma) che è totale, incondizionata e religiosa accettazione della propriacondizione sociale.

Un detto indù esprime e riassume quest’ordine di cose: vale molto più l’operaio che svolge bene lasua funzione, di un Re che svolga male la propria.

Certamente una simile concezione appare del tuttoincomprensibile all’uomo moderno; egli vi ravviserebbetout court un’ingiustizia sociale degna di biasimo.

Ma in proposito è molto interessante notare comelo stesso uomo moderno, da qualche tempo, stia coltivando l’iniziativa di svolgere, nelle scuole inferiori,delle indagini condotte da esperti psicologi alfine di evidenziare nel giovane la latente disposizione naturale verso il più confacente “percorso di formazione” (sull’importanza fondamentale della fedeltà alla propria natura (vedi Il tradimento del Corpo, Alexander Lowen -Ed. Mediterranee). -

Tutto ciò, del resto, era comune anche alla civiltà Azteca ove, forse con maggiore profondità, il sacerdoteattribuiva al neonato persino il nome; e non per un potere delegato dai genitori, ma in virtù dellacapacita intrinseca, attributo della funzione sacerdotale, di “estrarre” dalla creatura il nome a luisolo noto e a Dio.

A conferma di quanto andiamo esponendo, sarà sufficiente ricordare l’episodio della Presentazione al Tempio nei Vangeli, davanti a Gesù ancora in fasce, tra le braccia Materne, Simeone riconosce il Messia. Segue.

Francesco Maiorca – Agenzia Stampa Italia

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