Il Fascismo e la battaglia del grano in Umbria rievocati da una documentata ricerca di Antonio Mencarelli

CopertinaBattagliaGranoUmbria(ASI) Un aspetto inesplorato del ventennio fascista in Umbria è stato oggetto di un interessante lavoro di ricerca che il prof. Antonio Mencarelli, già ricercatore universitario a Perugia, ha condotto su un vasto materiale di varia provenienza che unisce la pubblicistica, la cronaca giornalistica, i documenti d’archivio, la statistica, l’iconografia, i manifesti delle réclame, la grafica, l’illustrazione; un insieme di fonti per la prima volta riunite in modo organico e completo. Il libro è intitolato La Battaglia del grano nell’Umbria fascista. Agricoltura, mobilitazione, propaganda (Edizioni Il Formichiere, pp. 185, euro 25,00) e si avvale di una presentazione del prof. Gian Biagio Furiozzi, dell’Università di Perugia, e del dott. Roberto Lorenzetti, direttore dell’archivio di Stati di Rieti.

La battaglia del grano, ingaggiata dal regime fascista nel 1925, fu l’occasione per una grande mobilitazione che coinvolse il mondo rurale nelle sue varie espressioni. L’immagine del Duce che, a torso nudo come i contadini veri, falcia il grano negli anni trenta del Novecento fece il giro dei cinegiornali di tutta Italia. Contadini, coltivatori, proprietari, tecnici agricoli, insegnanti e scolaresche, assecondarono con passione l’idea mussoliniana dell’autonomia dell’Italia in campo cerealicolo e di fare del mondo delle campagne una colonna portante della nazione. Anche il clero fu arruolato con il suggestivo rito della benedizione delle sementi nel mese di ottobre davanti al sagrato delle chiese dopo la Messa domenicale. La propaganda delle innovazioni da introdurre per ottenere maggiori rese per ettaro, che era la finalità principale di questa iniziativa, fu condotta con ogni mezzo. Il più spettacolare fu un autotreno composto di otto speciali vetture Fiat 621 lunghe quasi dieci metri. Ogni macchina del convoglio aveva le fiancate che si aprivano e mostravano all’interno quadri illustrativi, arnesi, grafici, e ogni sorta di materiale didattico. L’autocolonna, soprannominata dai giornali il treno azzurro per il suo colore, percorse nel 1930 tutte le principali città d’Italia: dal 14 al 17 novembre sostò per due giorni nelle piazze centrali di Foligno, Spoleto, Todi e Perugia, accolta da una folla festante. Nelle scuole elementari ai bambini furono assegnati dettati e temi dal titolo Parlate del grano e distribuite nelle cartolerie sei milioni di quaderni con le copertine a colori che riproducevano motivi attinenti alla battaglia.

Durante i quindici anni nei quali si sviluppò la grande impresa (che diede risultati positivi ma non eccezionali) la mobilitazione fu imponente e furono ideate giornate come la celebrazione del pane, gare tra coltivatori di aziende grandi e piccole, corsi per i contadini a cura delle cattedre ambulanti di agricoltura, mostre sulle attrezzature agricole, l’edilizia rurale, le trasmissioni radiofoniche (L’ora dell’agricoltore) attraverso l’apparecchio Radio rurale, le canzoni come La canta rurale su musica di Francesco Balilla Pratella e versi del poeta Trilussa (Con la calciocianamide il rurale se la ride....), i diplomi, i distintivi, le immagini sacre, i fazzoletti, le cartoline, i dipinti dei pittori futuristi e le immagini dei più famosi disegnatori di quel periodo. Oltre 150 sono le pagine con splendide illustrazioni a colori e in bianco e nero dei vari momenti di quell’impresa che finì con lo scoppio della seconda guerra mondiale.

ANTONIO MENCARELLI, studioso di Storia della scuola e delle istituzioni educative, è un ricercatore e autore di libri e saggi che toccano molteplici aspetti della vita sociale e culturale dell’Umbria in età moderna e contemporanea. Ha fondato e dirige il Museo della scuola di Castenuovo di Assisi, istituzione nata nell’anno 2000, unica nella regione e tra le poche realtà simili esistenti in Italia.

AUTOTRENO

Nonsciuoateilpane

 

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