Dalla crisi del Covid-19 ai dati Istat, spunti di riflessione per un nuovo futuro.

(ASI) L’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha cambiato il mondo e le nostre abitudini. Avevamo conosciuto una società fatta di scambi di viaggi di aperture. La situazione di questo ultimo anno è stata disastrosa, sia dal punto di vista della salute che economico.

È cambiato il modo di lavorare, le città, la mobilità, la scuola, e non ultimo il nostro modo di vivere. Quali possono essere le misure da adottare per superare questa discesa verso il basso? Bisogna immaginare un Italia del domani. Occorre sostenere i lavoratori, gli imprenditori, i professionisti, ed aiutarli a superare questa fase drammatica. I dati Istat hanno dipinto un quadro raccapricciante per quanto riguarda la nuova povertà, e gli effettivi indici al ribasso di tutti i comparti economici . Intanto le misure del Governo cercano di rastrellare milioni di euro da destinare ai lavoratori autonomi, più colpiti. Occorre dunque mettere mano alla legislazione dei contratti e degli appalti pubblici. Lo stato deve intervenire prontamente. Ad esempio il ponte di Genova è stato costruito in tempi brevi perché si è derogato alle norme. Senza questo intervento le opere per le Olimpiadi Invernali del 2026 o i nuovi ospedali già finanziati rischiano di non essere completati. La Pubblica amministrazione è oppressa dalle troppe norme. Uno snellimento della burocrazia è obbiettivo principale per il superamento degli impedimenti. Vi è infatti la presenza di un intricato groviglio di leggi che risulta ostacolante. La “Pa” ha bisogno di regole più semplici, il bisogno di ammodernarsi, servono statistici, data manager, ingegneri, sociologi, ed informatici. I fondi europei sono una risorsa importante come il RecoveryFund (nuova programmazione comunitaria 2021-2027). Le regioni dovrebbero avanzare delle proposte per usufruirne al meglio. Occorre una Governanceunitaria dei progetti, ricerca e innovazione diffusa alle Piccole-medie-imprese (Pmi). La digitalizzazione del sistema produttivo dovrebbe comprendere anche le infrastrutture materiali ed immateriali. Il lavoro da casa (Smart Working) caratterizzerà probabilmente il nostro futuro. Con esso si dovrebbe andare nella direzione di migliorare i sistemi di connessioneinformatica : dalla fibra ottica, al 5g di cui si sta discutendo anche in Parlamento. Non ultimo il rilancio del sistema sanitario . Occorre inoltre investire nella cultura, nel campo dell’istruzione,e nella scuola. Un vasto programma dunque che dovrebbe pensare al futuro dei giovani, dei milioni di italiani senza lavoro, dei nuovi poveri. Ci aspettiamo che la fine della pandemia abbia i giorni contati,e che il Paese possa ripartire in maniera più forte.

Massimiliano Pezzella –Agenzia Stampa Italia

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