Il vademecum della rivista scientifica Clinical e Medical Investigation.

(ASI) L’Italia si trova a far fronte alla seconda ondata della pandemia di Covid-19. Presa visione di nuove chiusure e restrizioni, in molti si domandano, in caso di malattia, o comunque prima dell’arrivo dell’esito del tampone come curarsi a casa.

È priorità assoluta per ogni singolo cittadino capire come affrontare la malattia nello sviluppo delle prime fasi.Alle domande che in molti probabilmente si stanno facendo risponde un documento internazionale in fase di approvazione. Quest’ultimo sta per essere firmato da Norberto Perico, Monica Cortinovis e dal professor Fredy Suter primario di Malattie infettive all’ospedale di Bergamo per la rivista scientifica “Clinical e Medical Investigation.” La cura dei pazienti a casa non aspetta l’esito del tampone e prevede interventi molto semplici come viene riportato. Il tutto passa dal medico di base. Dalla sua visita che il più delle volte può essere per via telematica per ragioni di sicurezza.

Secondo il documento il “fai da te” non è una parola comune per trattare il Coronavirus. I 5-6 giorni che precedono il responso del tampone sono fondamentali per acuire i sintomi. Se non si interviene tempestivamente, questi possono sfociare in sindrome di infiammazione alta alle vie respiratorie o polmonite interstiziale. È subito necessario chiamare il medico ai primi sintomi. Febbre, dolori al petto, e difficoltà respiratorie sono elencati anche nei siti governativi del Ministero della Salute. Sul documento viene spiegato come : “ si cerca di prevenire la reazione infiammatoria che presa precocemente può essere curata anche da casa con l’aiuto del medico di famiglia. Appena vi è un sintomo, tosse presente nel 67% dei casi, febbre 43%, mal di gola, stanchezza, nausea, vomito, diarrea, si procede con la richiesta di tampone presso le USL o strutture sanitarie. Si comincia inoltre a trattare il Coronavirus, come qualunque altra infezione alle vie respiratorie.

Vi è la necessità di usare medicamenti antinfiammatori, che nel nuovo approccio della terapia domiciliare, vengono somministrati dall’inizio.” Viene citata ad esempio la Tachipirina, l’elemento base di quasi tutte le cure cosiddette preventive, viene sostituita dall’ Aspirina ai primi sintomi. Gli specialisti che andranno a firmare il documento consigliano in caso di forti dolori, anche il farmaco Aulin. Questo può ridurre l’enzima che scatena le infiammazioni all’interno del corpo, fino ad arrivare, viene ribadito solo in casi più seri all’uso del cortisone. Queste parole verranno rese ufficiali a breve. Frutto dell’esperienza sul campo, sperimentate su 50 persone con tampone positivo.

Tutte guarite senza ricoveri ospedalieri. Solo in casi di sviluppo più grave della malattia si passa alla somministrazione di antibiotici. Queste carte, danno speranza che la malattia possa essere contrastata anche a livello domiciliare. Aspettiamo ulteriori analisi e chiarimenti.

Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia.

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