Europa, Cristianesimo, "religioni abramitiche", scontro di civilta' e terrorismo

GERUSALEMME(ASI) Gli omicidi commessi il 29 ottobre scorso a Nizza da un personaggio tunisino di religione islamica della variante sunnita e di orientamento salafita ripropongono il delicatissimo, inestricabile e cruciale rapporto tra la realta' dell'Europa, anzi dell'Occidente, la religione cattolica e le confessioni derivate dalla Riforma protestante e dai due scismi che hanno separato da Roma le chiese orientali e quella britannica e, dall'altro, le religioni sorte dai discendenti di Abramo.


Qui, in questo argomento, sbagliare prospettiva è facilissimo ed è quasi la regola. Bisogna fare molta attenzione.
Cerco qui di dare un contributo di chiarificazione perché ne va dell'avvenire di tutti.

EUROPA e OCCIDENTE.
L'Europa è il cuore e la genesi dell'Occidente che è un concetto più ampio ma derivato da quello dell'Europa.
La civilta' occidentale nasce come sintesi, mirabile e irripetibile, di tre fondamentali apporti.
Il primo è la Buona Novella, l'annunzio evangelico della Nuova ed Eterna Alleanza fondata sul sacrificio redentore della Seconda Persona della Santissima Trinita', Nostro Signore Gesù Cristo, che ha patito, è morto in croce ed è risorto, a beneficio di tutti gli uomini, senza particolarismi di sorta. Per volere divino, è Roma la capitale di questa ultima e definitiva Alleanza che è sorta durante la pax romana ed è la vera erede dell'impero romano.
La seconda componente è appunto Roma, con la sua civilta', il suo "stile" espresso nei "mores majorum" (fides, pietas, maiestas, virtus e gravitas), il diritto e la disciplina militare. A tale componente si collega la civilta' greca che ha recato un contributo insuperabile all'umanita' per le sue istituzioni politiche e, soprattutto, per la sua eccellenza nella filosofia e senza la quale il messaggio evangelico non avrebbe trovato la possibilita' di esprimersi con chiarezza e completezza.
A questi due fondamentali elementi va aggiunto quello germanico che apporta una concezione eroica della vita, il rispetto della natura e della donna, l'ospitalita' e quella consapevolezza della palingenesi dopo il Crepuscolo degli dei, in cui a guidare l'umanita' sara' Baldr, il dio della speranza, concezione pressoché unica in tutto il mondo pagano.
Scismi e Riforma hanno poi spezzato l'unita' dell'ecumene cristiano e intaccato, quindi, l'unita' dell'Europa e dell'Occidente.
La componente germanica, nella specie "anglosassone", ha esportato l'Occidente nell'America settentrionale, nell'Australia e Nuova Zelanda, mentre la componente "latina", nella specie iberica, nell'America del Sud e nelle Filippine.

CRISTIANESIMO E "RELIGIONI ABRAMITICHE"

Il Cristianesimo comprende, concettualmente, la Chiesa cattolica, le chiese orientali, cioè l'Ortodossia, l'Anglicanesimo e la Riforma protestante, cioè in pratica un universo.
Mentre le due prime divergono essenzialmente per il Primato di Pietro, afffermato dai cattolici e negato dagli ortodossi, i protestanti divergono in profondità dal cattolicesimo e negano la presenza reale nell'Eucarestia e gli anglicani si situano, per così dire, a meta'. In questa sede non è possibile approfondire ma si può dire che l'espressione islamica "Religioni del Libro" si attagli correttamente alla religione ebraica e alle confessioni cristiane protestanti. Maometto l'applicava al cristianesimo e all'ebraismo ma è pacifico che non si ponesse neppure il problema della distinzione tra la Chiesa cattolica e le altre. Il limite dell'incomprensione degli altri, delle differenze, profonde esistenti nel mondo esterno all'Islam, è un limite che questo si porta dietro dalle origini e da cui probabilmente non si emendera'.
Quando si parla di "religioni abramitiche", si allude alle tre religioni monoteistiche derivate dal patriarca Abramo, nomade etnicamente semita ma culturalmente sumero, vissuto verso il 2000 a. C.
Già è difficile ignorare le profonde differenze all'interno del Cristianesimo, come s'è visto, ma accostare quest'ultimo anche all'ebraismo e all'islamismo, significa complicare ancora di più il quadro che diviene ancora più "difficile" se si tiene conto che l'ebraismo non è più quello biblico, sacerdotale e templare ma è divenuto rabbinico, sinagogale e talmudico cabalistico.
Abramo era il marito di Sara che, essendo avanti con gli anni, per dare al marito un figlio, gli offrì la sua schiava egiziana Agar, secondo l'usanza del tempo. Abramo, in tal modo, generò Ismaele che è il progenitore degli Arabi.
Ma, alcuni anni dopo, Dio fece si' che Sara partorisse direttamente e il figlio di Abramo e Sara si chiamò Isacco.
Era questo il "figlio della Promessa" da cui sarebbe dovuto derivare Gesu', dalla stirpe di David e, dopo alterne vicende, Abramo, obbedendo a Dio, allontano' da sé Agar e Ismaele che sopravvissero miracolosamente e iniziarono la loro nuova vita. Il racconto è in Genesi (capitoli 16 e 21).
Ho sempre provato simpatia, lo confesso, per la figura di Ismaele e anche di Agar, anche se, come cattolico, sono dalla parte di Isacco da cui derivera' Cristo. Eppure, provo umana solidarieta' per Ismaele e sua madre Agar perché immagino il loro stato d'animo nell'essere stati respinti nel deserto. Eppure c'è una benedizione divina anche per il popolo che derivera' da Ismaele, gli arabi, tra i quali nascera' l'Islam.
Questa vicenda di Abramo e dei suoi figli Ismaele, primogenito ma figlio della schiava e Isacco, figlio della moglie e la dolorosa separazione del primo, spiega molto bene il complesso e contraddittorio rapporto tra ebrei e arabi. Da un lato, hanno in pratica lo stesso etnonimo, "ara bar" o "habiru", che significava. più o meno, nomadi del deserto con una curiosa alternanza tra la bilabiale "b" e la vibrante alveolare "r" che si alternano secondo uno schema contrapposto. Hanno uno stesso capostipite, Abramo, quindi sono fratelli ma solo consanguinei perché di madri diverse. E, in più, l'arabo si porta dietro un caratteristico sentimento di frustrazione perché ad Ismaele è stato preferito il figlio di Sara.
C'è un'altra differenza: l'ebreo è tale in senso etnico e in senso religioso, mentre arabo indica solo un'appartenenza etnica.
Per il resto,  la religione ebraica e quella islamica, professata dalla maggior parte degli arabi, presentano caratteristiche molto simili: la negazione della Trinita' e la fede in un Dio uno ed unico, la pratica rituale della circoncisione, di origine abramitica, una concezione materiale della purezza e la credenza di animali impuri come ad esempio il maiale, una concezione legalistica esteriore legata alla corretta osservanza di pratiche, una posizione di inferiorita' e di tutela della donna. Di Cristo viene negata la divinita' ovviamente e gli ebrei ne negano la figura messianica ed hanno in genere un atteggiamento nettamente ostile verso di Lui e la Madonna (Toledot Jeshu), mentre gli islamici lo rispettano, lo onorano come profeta e chiamano la Madonna "Shahida", la signora.

Dalle due religioni "abramitiche" si distacca la Chiesa cattolica e anche l'Ortodossia che hanno Abramo per patriarca nella fede. E la storia è piena dei conflitti secolari tra la Chiesa cattolica in particolare e le due religioni "abramitiche", conflitti che sono stati anche militari con l'Islam.

SUNNITI E SCIITI

Un'ulteriore complicazione del quadro è derivata dalla scissione interna a quest'ultimo tra l'Islam sunnita e il "partito di Alì" da cui si origino' lo Sciismo. I sunniti, per i quali il successore di Maometto era Abu Bakr, il padre della moglie Aisha, basano il loro credo sulla Sunna, la tradizuone dei detti di Maometto a cui si ispirano insieme al Corano. Gli sciiti, invece, affermano la successione di Alì, cugino e genero di Maometto e hanno una sorta di clero, assente tra i sunniti.
Il maggior paese islamico sunnita è l'Arabia Saudita che ha prodotto un movimento fondamentalista, gli "zeloti" wahabiti, una sorta di "puritani" dell'Islam che è alle origini, insieme ad altro, dell'attuale terrorismo islamico, prima di Al Qaeda e poi dell'Isis.
Gli sciiti, invece, hanno il loro epicentro nell'Iran che non è un paese arabo ma è di lingua e in gran parte di etnia indoeuropea. Oggi, il terrorismo islamico è fondamentalmente in ambito sunnita - wahabita.

Queste considerazioni dovrebbero portare l'Occidente a simpatizzare con l'Iran e con lo Sciismo e a unirsi a quest'ultimo nella lotta al terrorismo prima di Al Qaeda e oggi dell'Isis ma, per un incredibile paradosso della storia, non è così. In sostanza, è vero il contrario.
In linea generale, gli USA, con l'appoggio dell'Israele di Netanyau e del Likud che persegue disegni tutti suoi ma influenza  notoriamente la politica estera degli Stati Uniti e, a fianco degli USA, l'Arabia Saudita, combattono senza sosta l'Iran sciita e la Siria di Assad che, a loro volta, combattono, insieme alla Russia, i terroristi dell'ISIS (e, prima di loro, quelli di Al Qaeda) che seminano morte in Europa com'è successo fino a pochi giorni fa.
È noto, ad esempio, che Abu Bakr al Baghdadi, fondatore e capo dell'ISIS, dopo la guerra tra USA e Irak, era stato catturato e rinchiuso nel campo lager di Camp Bucca il 2 febbraio 2004 come "internato civile". Purtroppo, su raccomandazione della Combined Review and Release Board, fu inspiegabilmente rilasciato nel dicembre dello stesso anno, suscitando lo sconcerto del colonnello Kenneth King. Al momento del rilascio, il terrorista esclamò, rivolto ai militari : "ci rivedremo a New York !" (si veda, http://www.thedailybeast.com/articles/2014/06/14/isis-leader-see-you-in-new-york.html).
E allora, l'Occidente contemporaneo si dichiara in guerra contro il terrorismo islamico che è pressoché esclusivamente di orientamento sunnita - wahabita ma poi si allea proprio con l'Arabia saudita, la patria del wahabismo e combatte sistematicamente contro l'Islam sciita che è nemico acerrimo del wahabismo.
Questa è una delle tante contraddizioni che si manifestano nei rapporti tra Occidente e mondo islamico ma non è certamente l'unica.

LO "SCONTRO DI CIVILTA'"

Con l'implosione dell'Unione sovietica e dei paesi del Patto di Varsavia, si è progressivamente manifestato lo "scontro delle civilta'". Da un mondo "orizzontale", fondato sulla scriminante "est ovest" e, quindi, sulle contrapposizioni ideologiche del '900, si è tornati a un mondo "verticale", lungo l'asse nord sud e quindi alle antiche contrapposizioni religiose, pur essendo rimaste alleanze come la NATO, fondate sulle contrapposizioni "orizzontali" propria di una fase ormai superata della politica internazionale.

iL "TERRORISMO ISLAMICO"

In questo quadro, soprattutto dagli anni '90 dello scorso millennio, si è manifestato con forme sempre più virulente, il terrorismo islamico.
In altro articolo, a proposito delle stragi che hanno insanguinato l'Italia, avevo sottolineato che, specie nel terrorismo indiscriminato, bisogna stare molto attenti alla strategia della "leva lunga" con cui si nascondono i mandanti, spingendo avanti esecutori ad essi apparentementr estranei anzi confliggenti.
Con questo invito a non dimenticare questa strategia terroristica, quello che si può dire è che l'uccisione di esseri umani innocenti, triste privilegio della "modernita'", è un crimine nefando che disonora mandanti ed esecutori e che li rende meritevoli delle più severe sanzioni previste dagli ordinamenti penali di tutto il mondo.
Non c'è cultura o religione che sia libera da questa piaga del terrorismo.
Oggi l'Occidente sembra essersi dimenticato degli attentati dell'hotel King David di Gerusalemme, ad esempio, in cui persero la vita 91 soldati britannici, ad opera del gruppo terroristico e paramilitare ebraico Irgun, guidato dal futuro Primo ministro Menachem Begin (si veda la relativa voce " Menachem Begin" su Wikipedia) o ancora, il massacro di 107 palestinesi, per lo più inermi, nel villaggio di Deir Yassine, da parte di terroristi israeliani dell'Irgun e della "Banda Stern", il 9 aprile 1948 o sembra aver dimenticato quelli dell'ETA basca o dell'IRA irlandese,  per citarne solo alcuni.
Non si puo' dire, pertanto che il terrorismo sia solo islamico o addirittura che l'islam si coniuga necessariamente al terrorismo come si sente affermare da un certo mondo. Questo fenomeno è. purtroppo, diffuso ampiamente nel mondo. Oggi, il dato di fatto incontestabile è che il terrorismo, di matrice islamista, è legato al wahabismo, una setta "puritana" dell'Arabia Saudita, ferocemente ostile all'Europa e allo sciismo islamico. Questa è la realta'.

CHE FARE?

Cosa puo' fare l'Occidente di fronte a questa minaccia ? E cosa può fare il mondo islamico e. più in generale, quello delle religioni "abramitiche" da cui siamo partiti ?

Cercare di comprendere in questo groviglio di contraddizioni non è facile.
Intanto, è indispensabile ristabilire un rapporto di fiducia e di collaborazione con l'Iran, che è imprescindibile per vari motivi.
In primo luogo, l'Iran è, senza riserve, contro l'attuale terrorismo islamico che, da Al Qaeda all'Isis, è di matrice sunnita - wahabita, mentre gli alleati islamici degli Stati Uniti, in primis l'Arabia Saudita, mantengono rapporti ambigui con questo tipo di terrorismo.
In secondo luogo, lo sciismo, soprattutto per la presenza di un clero, si avvicina al cristianesimo anche per la figura dell'Imam - Mahdi che riapparira' alla fine dei tempi per riportare la pace sulla terra.
In terzo luogo, l'Iran è un paese sì islamico ma di lingua indoeuropea come la maggior parte delle lingue dell'Occidente a cui, quindi, è strettamente imparentato. 
In quarto luogo, è altrettanto imprescindibile tentare di "decongestionate" il nodo medio orientale, ristabilendo i diritti del popolo palestinese che ha uno Stato .non pienamente sovrano, privo di un esercito e soggetto a continui atti di forza di Israele tollerati dalla comunita' internazionale che è abituata a considerare la politica del "fatto compiuto" come il modo normale di risolvere il conflitto medio orientale. 
Una situazione grave e fonte di turbamento per i fedeli cristiani e islamici è l'attuale assetto di Gerusalemme, su cui ha il controllo Israele che la considera la futura capitale dello Stato, mentre l'ANP (Autorita' Nazionale Palestinese) la vuole anch'essa come capitale del proprio Stato, per quanto eserciti una parziale sovranita' sulla parte orientale della citta'. Ancora più inestricabile è il conflitto sui luoghi sacri, perché gli ebrei che hanno il controllo del tratto occidentale del Tempio distrutto dai Romani nel 70 d. C., non possono pensare di ricostruire il tempio sia per l'assenza di una classe sacerdotale, sia perché manca l'Arca dell'Alleanza, sia perché il territorio dove si trovava il cuore del Tempio, cioè il "Santo dei Santi" che poteva essere visitato solo dal Sommo sacerdote, è ora la Spianata delle Moschee, luogo sacro dell'Islam.
E ancora. Come la mettiamo con i Palestinesi, perseguitati. vilipesi, sacrificati, cacciati dalle loro terre dalle continue annessioni dei coloni ebraici ?
Quello palestinese è anch'esso un grande popolo, in cui vi è, tra l'altro, una significativa presenza cristiana. E, come per l'Iran, anche la Palestina ha legami storici con l'Occidente. Antenati dei Palestinesi erano i Filistei della Bibbia, un popolo indoeuropeo di origine egea che era addirittura uno dei mitici "Popoli del mare" e che, come Peleset o Pelasgi, furono una delle componenti dell'humus etrusco e antichi colonizzatori dell'alto adriatico.
Quanto a noi cristiani, siamo una presenza minoritaria e sempre più esigua nel Medio Oriente che dovrebbe starci a cuore se abbandonassimo quell'autolesionismo che ci contraddistingue più o meno da mezzo secolo e se la smettesimo di chiedere sempre perdono a tutti senza mai vedere un barlume di corrispondenza negli altri che di motivi di chiederci perdono ne avrebbero anche loro.

La soluzione non è la diluizione dei profili delle testimonianze religiose in una miscela confusa, imperniata sul culto dell'uomo, sull'umanitarismo massonico, in una specie di ONU delle religioni.
Ognuno deve affermare alta e forte la propria identita' senza pudori e vergogne, nel rispetto reciproco ma senza annaffiare con acqua il buon vino del messaggio che ognuno afferma, messaggio che, per noi cristiani, è il Dio Uno e Trino come il sole è uno ma illumina e riscalda perche Dio, come noi, conosce e ama.
Non ci si può incontrare e capire se non si è fedeli alla propria identita'.
Il terrorismo è uno dei tristi frutti della modernita', come la "guerra totale" che, prima di essere la "totaler Krieg", teorizzata da Goebbels, dopo il fallito attentato a Hitler, era nata coi massacri della popolazione vandeana nel periodo più oscuro della Rivoluzione francese.

CONCLUSIONE

Quello che impressiona in tutta questa vicenda e mi riferisco soprattutto a quel groviglio storico religioso inestricabile che è il Medio Oriente, è il fallimento di ogni sforzo per scioglierne i nodi.
Sembra che proprio quello che dovrebbe essere fonte di pace per il mondo e per quelle che ho chiamato, con enorme cautela, come religioni "abramitiche", debba essere continua fonte di conflitti e, soprattutto, di ingiustizie.
La pace è, dicevano Sant'Agostino e San Tommaso d'Aquino, è la "tranquillita' dell'ordine" ma qui la regola è il disordine da quando, sulle rovine dell'Impero ottomano, dopo la prima guerra mondiale, Gran Bretagna e Francia crearono degli stati fittizi come, rispettivamente, l'Iraq e la Siria e poi gli Stati Uniti si legarono alla dinastia saudita invece di porre il fulcro della politica di pace sulle spalle della dinastia hashemita di Giordania. All'origine di questa dinastia, si trova Hashim ibn abd Manaf, bisnonno di Maometto e del cugino Ali', il fondatore dello Sciismo.
Poi l'Unione sovietica e il Patto di Varsavia favorirono diplomaticamente e militarmente, con le armi Skoda, il nascituro Stato d'Israele, allora fortemente socialista e collettivista che poi viro' a "destra" con gli eredi di Zev Jabotinski, sotto l'incondizionato appoggio degli Stati Uniti. Chi è stato sacrificato oltre l'immaginabile, è stato il popolo palestinese che meritava, come tutti, il diritto all'esistenza e alla tutela.
Questi sono gli auspici ma la realtà è ben diversa e negli Stati Uniti, in questa potenza malata che ha la potenza materiale di un impero ma non la visione universale dello stesso, c'è chi, dopo aver perso le elezioni, pensa di bombardare l'Iran, per completare "in bellezza, il quadriennio presidenziale. L'Iran, il nemico acerrimo di Al Qaeda e dell'Isis.
Proprio l'Iran. Che Dio sciolga i nodi che si sono accumulati sulla Terra sacra, per eccellenza, quella dove ha sede la citta' della pace, Gerusalemme che è tale per il suo stesso polionimo.
Giuliano Mignini per Agenzia Stampa Italia

Continua a leggere