Il Monaco di Monza - La Spal prima avversaria in campionato. E Brunetta...
monacodimonza(ASI) Adriano era stato di parola ed il monaco aveva ottenuto la sua maglia nuova di zecca. Naturalmente rossa con le due nuove sponsorizzazioni. Di Gytkjaer, calciatore in cui società e tifosi credevano molto. La stagione sportiva era ormai alle porte, e i due si sarebbero incontrati per la solita chiacchierata serale. Adriano avrebbe illustrato al monaco di Monza i punti deboli della Spal, prima avversaria in campionato. 

 

 
Neopromossa contro neoretrocessa, il 4-3-1-2 di Brocchi e il 4-3-3 di Marino. Le premesse per assistere ad una gara spettacolare c’erano tutte. Alle 23.00 in punto piazzai un cuscino sotto le coperte per eludere la sorveglianza dell’Abate Maroni e filai oltre il portoncino laterale del Duomo. Nel caso in cui l’Abate Maroni avesse varcato la soglia della mia cella, sarebbe rimasto ingannato come la sorveglianza nel celebre “Fuga da Alcatraz”. Non ero certo Clint Eastwood, ma sapevo il fatto mio.  
 
Adriano sorrise nel vedermi e sventolò dei fogli. Aveva preparato tutte le statistiche delle squadre allenate in precedenza da Pasquale Marino. Non lasciava mai nulla al caso, e non lo avrebbe fatto neanche questa volta.
 
- Come può vedere Padre, ho studiato il 4-3-3 di Marino alla perfezione. Naturalmente la squadra è in via di definizione, gli interpreti muteranno rispetto all’Empoli - allenato lo scorso anno - ma le trame saranno le stesse. 
 
- Non sarà semplice, mio caro Adriano. È vero,  hanno appena ceduto Fares alla Lazio, ma sono in trattativa per acquisire Jallow e Pettinari.
 
Adriano sorrise, poi improvvisamente si fece serio. 
 
- Padre, sono certo che Bellusci, Paletta e Bettella sapranno farsi valere. L’obiettivo è la serie A, e il Monza non dovrà temere nessuno. Rispetterà chiunque, ma saranno gli altri ad aver paura. Non sarà facile tenere testa a Maric e Gytkjaer. E poi sarà piacevolmente sorpreso dalle sgroppate di Carlos Augusto. 
 
Al suono angelico di queste dolci parole tirai un sospiro di sollievo. Ma non ero appagato, e Adriano sapeva che non l’avrei mai salutato se non prima di ottenere qualche notizia di mercato. Così mi feci forza, e posi la domanda alla quale avrebbe risposto con la solita sincerità. 
 
- Adriano, figlio mio adorato, parlami di Juan Francisco Brunetta. 
 
- Non è una trattativa semplice, ma... 
 
 
(to be continued ...) 
 
 
Raffaele Garinella - Agenzia Stampa Italia 

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