Il monaco di Monza - Barillà è nostro! E se il nuovo colpo di mercato fosse...

monacodimonza(ASI) La notte trascorreva lenta, e mentre ripensavo all’ultima notizia di calciomercato, lasciai il Duomo alle mie spalle per raggiungere  l’appartamento di Adriano - chiameremo così la mia fonte d’informazioni - per la solita chiacchierata serale. Adriano amava parlare di calcio, del Monza, squadra del suo cuore, in particolare.

Possedeva sempre informazioni di prima mano, ed io, appassionato non potevo farne a meno. Era stato Adriano a parlarmi di Gytkjaer e Maric, quando ancora le trattative erano in uno stato embrionale. Sempre grazie ad Adriano ero venuto a conoscenza delle trattative per Barberis, Donati e Colpani

  • Sicuramente vorrà parlarmi di Barillà - ripetevo nella mia mente - d’altronde me lo aveva anticipato pochi giorni prima di raggiungere Forte dei Marmi per una breve vacanza. 

Raggiunsi la sua abitazione intorno alle 02.00 del mattino, un orario comodo per evitare di essere beccato in libera uscita dall’Abate Maroni, un uomo per nulla interessato al calcio, e sempre pronto a farmi la ramanzina per questo mio interesse. Adriano mi attendeva trepidante. 

  • Entri pure padre, non esiti, presto!

Adriano amava pavoneggiarsi per le ghiottissime informazioni di cui era in possesso. Glielo concedevo, era fatto così ed io non badavo a queste sottigliezze. Prima di cantare era solito bagnarsi il becco con un liquore al caffè, vizio benevolo ereditato durante la frequentazione di ogni stadio d’Italia. Lo aiutava a rasserenarsi e a distendere i nervi. Me ne offrì un bicchiere - lo faceva sempre pur conoscendo la mia risposta - che rifiutai come da tradizione.

  • Adriano, figliolo mio, ormai dovresti conoscermi, sai bene che preferisco un sano calice di vino accompagnato da una fetta di torta di mele. 

Sorrise, e mentre assecondava la mia richiesta, cominciò a parlare.  

  • Padre, è pronto a raccogliere le mie confessioni? Dopo Gytkjaer e Maric, il Monza sta lavorando alacremente ad un altro colpaccio. E non si tratta di Barillà, che ormai potremmo definire un nostro calciatore. 

Immaginavo il 4-3-1-2 di Brocchi e sognavo ad occhi aperti. Barberis, Barillà, Fossati, e poi un giovane di prospettiva come Colpani, con un campionato importante alle spalle disputato a Trapani. In difesa Donati portava esperienza che, insieme a quella di Paletta e Bellusci, avrebbe fatto la differenza. Gytkjaer e Maric erano - almeno sulla carta - due attaccanti stratosferici. 

  • Padre si rassereni! Gytkjaer e Maric si ambienteranno alla perfezione nel nostro campionato. Vedrà quanti gol realizzeranno. A proposito, la maglia di Gytkjaer è già pronta per lei. Le ho fatto stampare il numero 9, in attesa di conoscere la numerazione ufficiale. Sono certo che Brighenti non se ne avrà a male.

Se non si tratta di Barillà, chi sarà mai? La curiosità mi divorava, esattamente come io avevo divorato la torta di mele. 

  • Parla figlio mio, non tenermi sulle spine. Abbi pietà di questo pover’uomo di chiesa. 

Adriano sorrise, guardò l’orologio che segnava le 04.00, e si lasciò andare. 

  • Va bene, Padre. Sono le 04.00 ed è tempo di rientrare in Duomo, altrimenti l’Abate Maroni la scomunicherà. Il Monza sta cercando Kucka. Bisognerà convincere sia lui, sia il Parma. La prima offensiva è andata a vuoto, ma lei pensa che ci rinunceremo? 

Ci salutammo sorridenti e soddisfatti, convinti di poter assistere ad un grande campionato del Monza. Riuscì giusto in tempo a rientrare in Duomo e a rifugiarmi nella mia cella. La caccia dell’Abate Maroni, ancora una volta, era andata in bianco. 

Raffaele Garinella - Agenzia Stampa Italia 

 

 

 

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