Solidarietà: Il Safari Club International Italian Chapter dona 1500 pasti alla basilica di Sant’Eustachio

safarti1(ASI) Roma - È  intervenuto, per l’Italian Chapter Giuseppe Pepe (consigliere), accolto da Don Pietro Sigurani, rettore della Basilica Sant’Eustachio e da Carlo Geronimo Cardia, rappresentante regionale.

 

Importante gesto di Solidarietà a Roma grazie alla donazione fatta dal Safari Club International Italian Chapter con 1.500 porzioni di carne di cinghiale alla “mensa degli amici poveri” della Basilica Sant’Eustachio. Questa donazione fa parte delle attività umanitarie e di beneficenza che, il Safari Club International Italiano, organizza e sostiene, in Italia e all’estero, nel quadro delle sue attività istituzionali e rientra tra le azioni di solidarietà programmate per il 2020.

Il  Safari Club International Italian Chapter  è una diretta dipendenza del Safari Club International, sodalizio no-profit che nasce negli USA nel 1971 ed è oggi, con più di 50.000 soci negli USA e nel mondo, importante ed autorevole organizzazione dedita alla difesa della caccia e alla realizzazione di progetti umanitari e di conservazione nei cinque continenti. Viene fondato come associazione senza fini di lucro nel 1973 con un numero iniziale di 30 soci, oggi con circa 450 iscritti è il Chapter più grande al di fuori degli Stati Uniti.

Tra le finalità vi sono: difesa del diritto all’esercizio dell’attività venatoria; conservazione della fauna e dell’ambiente in cui essa vive in tutto il mondo; attività umanitarie; attività educative rivolte ai giovani; promozione dell’amicizia tra i soci e condivisione delle esperienze di caccia.
Il Safari Club International, così come il Chapter Italiano, oltre a difendere i diritti dei cacciatori nel mondo, è fortemente impegnato in progetti di conservazione e in progetti umanitari per i quali negli ultimi vent’anni ha investito più di 60 milioni di dollari. Promuove la conservazione della fauna in generale, riconoscendo alla caccia il mezzo principale per ottenere questo scopo, da un contributo fattivo alla conservazione degli ecosistemi e della fauna, promuovendo il rispetto delle leggi e organizzando corsi e conferenze che sottolineano l’importanza di un approccio adeguato a tale attività, perfezionando le qualità di cacciatore e tiratore del socio, per assicurare un abbattimento etico della selvaggina.

La carne donata, proviene dall’attività venatoria di selezione che si effettua sull’Appennino Tosco-Emiliano ed è stata preparata e fornita dall’azienda Sant’Uberto (https://www.suberto.it), ubicata nel comune di Monterenzio (BO). Situata sull’Appennino bolognese, produce cereali e foraggi biologici attraverso un reale controllo di ogni fase di coltivazione e di lavorazione. L’Azienda ricopre anche il settore faunistico-venatorio, gli animali si nutrono esclusivamente dei vegetali del territorio, conferendo alle carni di cervo, di capriolo daino e di cinghiale una qualità pregiata. La promozione e l’informazione, relativa alla filiera della carne di selvaggina, è per il Safari Club International Italiano un’importante attività per far conoscere la qualità e le proprietà di questo prodotto, totalmente biologico e naturale.

La “mensa degli amici poveri” è un vero esempio di carità ed aiuto verso il prossimo. È aperta dal lunedì al venerdì all’interno della basilica di Sant’Eustachio, nell’omonima piazza del centro storico. A crearla, è stato don Pietro Sigurani, 80 anni, rettore della Basilica. Ogni giorno, da quasi 9 anni, ospita più di 80 persone in difficoltà della zona, che pranzano e cenano su tavoli apparecchiati in fondo alla navata.  

safari2«La mia riconoscenza va al Safari Club International per questo regalo che ci hanno fatto. Tra l’altro, hanno portato la carne, dall’azienda Sant’Uberto, a casa di S.Uberto, perché S.Eustachio è l’altro nome con il quale viene chiamato Ubertus, che è il patrono dei cacciatori. Qui noi abbiamo fatto questo luogo di incontro dei poveri al centro dello Stato, perché noi siamo tra il Senato, il Parlamento, la Presidenza del Consiglio.
Qui hanno tutto: la zona caffè, la parte culturale e la zona internet, le docce, il podologo ed i medici, tutti volontari. E ogni giorno, oltre 120 pasti. Tutto questo lo facciamo con la carità, quindi quello che voi ci avete mandato oggi, è un gesto di carità della quale noi viviamo, non accettiamo infatti contributi pubblici, non per disprezzo ma perché siamo convinti che Dio provveda ai poveri, basta che noi apriamo il cuore” - È quanto ha dichiarato Don Sigurani, ringraziando il Safari Club International Italian Chapter per la donazione.

“Questa è stata una donazione di 1500 porzioni di carne di cinghiale che proviene  dalla filiera di S.Uberto. La carne è certificata e addirittura con scadenza di 2 anni, nella perfetta legalità e tranquillità. La nostra è un’associazione culturale senza scopo di lucro, che raggruppa i cacciatori ma anche i protezionisti che girano per il mondo cercando di dare un contributo per salvaguardare la fauna e le popolazioni, perché in questo momento l’uomo interferisce molto, anche negativamente, con la fauna selvatica - Così il consigliere dell’Italian Chapter, Giuseppe Pepe.

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