Focus Internazionale. Obama, i prossimi due anni d’inferno

(ASI) Le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti hanno consegnato la maggioranza del Paese nelle mani dei Repubblicani. Dopo sei anni Obama si ritrova in minoranza in entrambe le camere.

Mentre nel mondo aumentano le aree di tensione e nuove potenze si fanno avanti nell’arena internazionale, il presidente statunitense dovrà procedere in una situazione di debolezza. I prossimi due anni saranno contraddistinti da una costante paralisi politica di Washington, dato che le politiche dell’amministrazione Obama hanno ricevuto una sonora bocciatura. L’economia in ripresa non è stata sufficiente a salvare il presidente, dato che le delusioni degli americani sono state molte: l’incerta riforma sanitaria, l’occupazione che stenta a salire, il mancato rinnovo della legislazione sull’immigrazione, il vano tentativo di limitare la vendita delle armi in tutto il territorio nazionale, le innumerevoli crisi internazionali come la gestione dell’Ebola o la sfida dello Stato Islamico. Uno dei terreni di scontro più critici dopo il risultato delle elezioni è proprio quello dell’immigrazione. Barack Obama sta portando avanti una riforma che, secondo i calcoli iniziali, permetterebbe la regolarizzazione di circa cinque milioni di persone su un totale di 11 che al momento vivono irregolarmente negli USA. I repubblicani non hanno vinto solo negli stati dove erano tradizionalmente più deboli, ma anche in molte regioni che Barack Obama aveva conquistato a suo favore, modificando a suo tempo la mappa politica degli USA. Questi problemi dell’amministrazione si aggiungono alle sfide che aspettano il Paese fuori dalla porta. La lotta al terrorismo non ha più la forza di un tempo, e il fallimento del “Pilastro per l’Asia” di Obama è il prezzo del disimpegno in Medio Oriente. Questo disimpegno a portato l’ISIS ad espandersi a dismisura senza avere davanti dei veri ostacoli. Il Grand Old Party è pronto a sbancare alle elezioni presidenziali del 2016, sfruttando le difficoltà dei democratici, i quali ora dovranno riorganizzarsi per recuperare la fiducia persa. Scott Walker, ha ottenuto una forte vittoria in Wisconsin, potrebbe emergere molto presto come un possibile candidato alla carica presidenziale, oltre ai nomi già noti come Jeb Bush, Rand Paul, Marco Rubio, e Chris Cristie.  Forte di questa maggioranza, il Partito Repubblicano è pronto a dettare l’agenda dei prossimi due anni e far valere il favore popolare.                   

Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia

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