Speciale Abruzzo: due città, una unica grande città o un'area metropolitana? Intervista a  Marino Valentini (Magnifica Comunità Teatina )IV parte.

(ASI) Marino Valentini (Magnifica Comunità Teatina): “siamo contrari a qualsiasi progetto di città metropolitana per ragioni identitarie, etiche ed economiche” .

1)Perché siete contrari alla realizzazione di una grande città metropolitana nell'area di Chieti e Pescara?

“Il problema è di carattere identitario (per chi abiura con un sol colpo le proprie origini), etico (perchè crea diseguaglianze di trattamento,concependo figli e figliastri) ed economico (per chi dovrà sacrificarsi di più per colmare i buchi creati da chi è beneficiato). C'è gente che dimostra di essere, col proprio insignificante gregge, una autentica nullità al punto di non provare minimamente ad emergere dalla propria irrilevanza. La via più breve e meno faticosa è quella di rinunciare al proprio senso di appartenenza in una fuga identitaria che possa deresponsabilizzare una intera comunità di gente senza attributi che ha bisogno di identificarsi in modelli che si ispirano a nuove tendenze attualmente in voga.

2) A proposito del referendum sulla “Grande” Pescara: secondo lei cosa ha spinto migliaia di cittadini di Pescara, Spoltore e Montesilvano a votare “si” per fondersi in un'unica grande città? Cosa pensa dei Comuni come Francavilla al Mare (Ch) che si sono resi disponibili a fondersi in futuro con la “Grande” Pescara?

“Se penso che, nelle giovani generazioni, gran parte di queste tendenze sono legate al pallone e che per una palla di cuoio c'è gente disposta ad abiurare le proprie origini, la storia della propria comunità e perfino il nome della propria città, creando di diritto e di fatto una disgregazione della stessa, mi viene una tristezza addosso ed un senso di nausea, pensando a che punto possano arrivare degli individui, pur di pervenire al proprio (opinabile)successo sociale. E così i giovani montesilvanesi spoltoresi che fino a ieri dicevano, mentendo, di essere pescaresi, da ora possono farlo anche con soddisfazione della propria coscienza”.

3) Non ritiene troppo riduttivo ridurre la vicenda a una mera questione di rivalità calcistica? Non crede che si sono anche ragioni di carattere economico e sociale che hanno portato alla proposta della creazione della “Grande” Pescara?

“Fatta la legge trovata la furbata: si annettono due comuni e ci si sottrae dal patto di stabilità per tre anni e così, mentre nel resto d'Italia e d'Abruzzo, ci sono delle pazienti formichine che si sobbarcano sacrifici ed oneri, pur di rispettare i regolamenti imposti,in tema di indebitamento delle Pubbliche Amministrazioni, ci sono delle cicale che sono legalmente esonerate da queste norme, in barba al principio che la Legge deve essere uguale per tutti, con l'eccezione naturalmente dei furbetti. Ma non è finita qui: prima della scadenza del triennio si fa un nuovo referendum per annettere un altro comune ed ottenere un altro triennio per ricominciare la giostra. E sappiamo benissimo dove trovare i giostrai in Abruzzo”.

4) Cosa rappresenta secondo lei il progetto della “Grande Pescara” ?

“ In definitiva, in riva all'Adriatico, ottenuta la bocciatura istituzionale di un'area metropolitana che continua ad esistere solo per la propaganda di certi media e per alcuni interessati soloni, vogliosi di ridelineare urbanisticamente questo territorio che comprende anche Chieti, si rilancia la megalomane idea di incorporazione di comuni serventi alla "capitale dell'Adriatico". I tre comuni sono andati alle urne per il referendum voluto dall'ex sindaco di San Giovanni Teatino che ha abbracciato la nuova fede dannunziana, progettando l'idea della "Anschluss de noantri", col pensiero di risolvere i tanti problemi territoriali di Pescara, che non ha una discarica, non ha un terzo cimitero, non ha una un nuovo territorio dove trasferire la sua zona industriale, non ha un territorio oltre periferia dove "confinare" genti ed etnie per così dire "disadattate"; in buona sostanza manca una terra dove trasferire le scomodità per far diventare finalmente la bella Pescara il salotto buono del Centro Italia... e Roma è avvisata! Ma poi a livello politico, che genere di rappresentanza potranno mai avere i Comuni vassallati, restando di fatto ai margini della vera stanza dei bottoni che rimarrà saldamente nelle mani della Caput?”

5) Ma, qual'è secondo lei  la conseguenza più negativa che porterà il progetto della “Grande Pescara”?

Delle tre variabili comunque io ritengo che la più rilevante, in quanto peggior cosa che si possa perdere, a livello di comunità sociale, sia proprio quello di annientarsi come unitarietà storica e per giunta per proprio volere. Sarò forse io anacronistico a credere ancora a certi valori oppure il mondo deve fatalmente rassegnarsi al fatto che il senso di appartenenza non sia più una virtù da preservare, perché ormai appartenente al Giurassico, visto che oggi ciò che contano sono esclusivamente i valori scritti su un bilancio? E' finita l'era dell'uomo e comincia quella dei numeri, dove l'individuo come essere indivisibile dotato di propria dignità cessa di essere tale ma è suscettibile di essere numerizzato e conseguentemente è valorizzabile pecuniariamente. Potrà avere ancora un futuro quell'Umanità in cui un tempo credevamo?”

Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia

Continua a leggere