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Inchiesta sul mondo del sesso in Italia: a pagamento, profili on line, case e luoghi del sex 2.0 . II parte
(ASI) Prima seconda: il ritratto di un escort. Il titolo può essere a titolo esemplificativo, prendendo in esame una categoria. E' valido per molte, invece. Abbiamo visto, nella prima parte, quale sia la modernità del mestiere "più antico del mondo", e come si possa, indossando una maschera e creando una nuova identità,  soddisfare le voglie altrui e guadagnare quel tanto che serva ai propri scopi. E' proprio questo il punto: nella maggior parte dei casi, non è una scelta facoltativa, ma obbligata.

Nessuno sa, al di fuori della persona stessa, quale sia la vita privata di questa persona: se abbia dei sentimenti, quale sia la sua situazione, cosa la spinga a vendere il suo corpo al prossimo. In molti casi, viene da un paese straniero. Difatti, dobbiamo doverosamente distinguere la ragazza che si vende "per divertimento", per "soddisfare i suoi capricci" (cellulare nuovo, vestiti all'ultima moda, nuovo pc, indipendenza economica) da quella che lo fa per necessità. Le persone che lo fanno per diletto, per lo più, non vanno al di là dello spogliarello in web cam, dietro compenso economico. Nulla di fisico quindi, niente vendita di corpo.

Invece, la escort, o la girl, pone in vendita se stessa per necessità. Se consideriamo nella maggior parte dei casi il Paese di provenienza, queste persone hanno alle loro spalle situazioni famigliari poverissime. Certe migranti dalla Romania, o dalla Moldavia, costrette, loro malgrado, a prostituirsi debbono, coi proventi, mandare il 90% del denaro a casa. Nel Paese d'origine, con le rimesse, mantengono le loro famiglie, che percepiscono redditi di 300 - 400 Euro al mese. Spedendo a mo' di rimessa in Patria 1000 - 2000 euro, sottraendo spese in loco, una escort può garantire un'esistenza migliore alla famiglia d'origine, martoriando comunque, in primo luogo, se stessa.

Solitamente, una donna non viene mai sola, all'avventura, in Italia. La accompagna un'altra ragazza, con cui divide la camera, le spese, l'esistenza. Non è detto che vadano d'accordo, in quanto debbono suddividere spazi, abitudini, e soprattutto, gli appuntamenti con i clienti. Non sempre la gestione è ottimale, e possono subentrare incomprensioni, nonché rivalità.

La vita di una escort, sebbene libera da ogni "turno lavorativo" comune, è impegnativa. Deve gestire le telefonate, dovrà sopportare ogni richiesta o ingerenza del cliente. Mediare tra se stessi e gli altri è diplomazia, ma i rischi, in un mestiere del genere, sono parecchi.

I tempi moderni richiedono capacità di conoscenza del mercato. Pertanto, quando una città non offre più possibilità, la persona si trasferirà, cercando un nuovo appartamento o camera altrove, reimpostando la propria esistenza nella nuova realtà, frequentando, se vorrà, nuove persone. Ed è questo uno dei punti più oscuri di una escort, o girl: non vi sono relazioni né rapporti umani. D'altronde, non potranno mai fidarsi di nessuno, e si preferirà mantenere i contatti magari col Paese d'origine, innocui, sicuri. O meglio, considerati tali. In determinati periodi si dovrà spedire buona parte di cose verso il Paese: vestiti, oggetti, ogni cosa che potrà soddisfare e migliorare le esigenze della famiglia.

Si tratta, nella maggior parte di esistenze invisibili. Difatti, frequentando magari palestre, bar, locali, o semplicemente transitando nelle stazioni ferroviarie o nei pullman, nessuno può accorgersi di queste persone e associarle ad una moderna prostituta. Lo sanno solo i loro clienti, in grado di rintracciarle grazie ad uno dei diversi contatti costruiti ad arte. Solo uno di questi numeri di telefonino, se digitati su google, fornisce tuttavia, una miriade di risultati: si tratta dei loro annunci, sparsi per il web, ossia quel mostro che può farle vendere con rapidità. Una traccia concreta di un'esistenza difficile, che, seppur a volte scelta momentanea, può cambiare la vita per sempre. Ho parlato di molte persone che esercitano il mestiere provenienti da altri Paesi. Non sempre è così. Ora, la crisi economica, ha aperto la porta anche alle italiane, soprattutto di una certa età, prive di prospettive per l'avvenire, magari, senza lavoro e con figli da mantenere.

Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia

 

 

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