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Festival del film di Roma:Nobody owns me.
(ASI) Una bella ragazza svedese in occasione di una festa ricorda la sua infanzia. La mente vola a una sera di Natale in cui la madre lascia il padre, un ex promettente calciatore che fa l’operaio. La madre una donna attivista in politica, lascia il marito per un altro uomo e lascia la figlia all’ex. In un primo momento la bambina sarà smarrita, ma poi scoprirà il rapporto con il padre. La storia fa tre salti temporali ed emergeranno difficoltà, sarà toccato il disagio giovanile, l’alcolismo, il comunismo e la posizione politica in Svezia. Il film cerca di dare sostegno a questo amore tra padre e figlia, ma è lento e non riesce ad andare molto in profondità. L’idea c’era, ma non arriva ed emerge la difficoltà a seguire il film, che poteva essere tagliato in alcuni pezzi. Alcuni concetti interessanti non sono ben sviluppati, e si cerca di toccare altre tematiche interessanti che rimangono nello sfondo. Il regista Kjell-Ake Andersson auspicava il pianto per il suo film, ma per far piangere ci vuole altro.

Voto: 5

Daniele Corvi – Agenzia Stampa Italia

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