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Roma. Presidio contro la guerra in Libia

 (ASI) Il Trattato Italia-Libia di amicizia, partenariato e cooperazione è stato firmato il 30 agosto 2008.  Il Trattato stabilisce inoltre che il  30  agosto, anniversario della  firma, sia proclamato “Giornata dell’Amicizia italo-libica”. Martedì 30 agosto 2011 si avvicina  e non ci sarà niente da festeggiare perché la Repubblica  Italiana ha tradito la Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista, ha sospeso unilateralmente il trattato e ha preso parte all’aggressione militare e criminale della NATO, che ha causato  già centinaia di vittime libiche civili, tra cui donne, anziani e  bambini,  violando l’articolo 11 della Costituzione. I nostri politici continuano a parlare di “azione umanitaria a difesa dei civili”.
Ma non c’è modo di indorare la pillola: la coalizione atlantica è in guerra e, con lei, l’Italia. Il comando dell’operazione di sfondamento Odissey Dawn è  stato coordinato presso la base di Capodichino, diversi
cacciabombardieri in dotazione all’Esercito hanno partecipato alle  missioni sui cieli della Libia e la Portaerei Garibaldi (dotata di lanciamissili, lanciasiluri e di una capacità di carico massima di 12 cacciabombardieri AV-8B) è tutt’ora impegnata al largo delle coste libiche nelle acque del Golfo della Sirte.Il Comitato 30 agosto 2011 ha deciso perciò di manifestare il proprio dissenso con un presidio a Roma, lungo il Viale Pedonale del Ministero degli Esteri (Farnesina), chiedendo le dimissioni del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, del ministro degli esteri, Franco Frattini e del ministro della difesa, Ignazio La Russa. Abbiamo raggiunto il giornalista Andrea Fais, esperto di geopolitica e collaboratore della rivista Eurasia per conoscere meglio i motivi del presidio di Roma e gli sviluppi della situazione libica. 

INTERVISTA DEL DIRETTORE AL GIORNALISTA ANDREA FAIS






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