Acciaio, rame, legno, grano e caffè: prezzi alle stelle, Tiboni (MC):  “il Governo non interviene e nessuno ne parla”

(ASI) Le materie prime stanno registrano un rincaro dei prezzi senza precedenti, un aumento che rischia di affossare completamente il nostro Paese. Il prezzo del rame da aprile ad oggi si è raddoppiato, passando da 5 a 10mila euro a tonnellata, mentre il rincaro dell’alluminio ha toccato il 30% e quello dell’acciaio addirittura il 70%.

 Acciaio, rame, plastica, alluminio, legno, semiconduttori, continuano ad aumentare e la crescita dei prezzi non si ferma, rendendo problematico il reperimento delle materie prime. L’elenco dei materiali da reperire sul mercato è lungo: dai metalli ferrosi al legno, dalle sostanze chimiche alle fibre tessili, fino ai semiconduttori. Sono i metalli di base, ferrosi e non a registrare il maggior incremento di prezzo. 

A seguire i prodotti chimici di base, i solventi, coloranti e ausiliari (segnalati dal 30,2% e utilizzati in tutti i settori) e i polimeri per le materie plastiche (segnalati dal 27,9% e anch’essi utilizzati in tutti i settori). Il problema per le imprese riguarda l’approvvigionamento necessario per continuare a produrre. Il prezzo di frumento, mais e soia è salito alle stelle rendendo i prodotti alimentari essenziali più costosi, aspetto che presto potrebbe riversarsi sugli scaffali dei supermercati ai danni dei consumatori. Il prezzo di grano, mais e soia, fondamentali nella dieta mondiale, sta raggiungendo livelli mai visti dal 2013, un aumento da indurre alcuni analisti a parlare di una bolla in formazione. 

Sembrerebbe che a determinare questo contesto sono le condizioni meteo avverse nei principali paesi produttori: la siccità sta danneggiando il frumento coltivato negli USA, in Canada ed in Francia mentre, in Brasile, a patire gli effetti del clima secco è il mais; problemi anche in Argentina, dove precipitazioni eccessive rischiano di compromettere il raccolto di soia. In questo contesto emerge la Cina, che continua ad acquistare mais e frumento a mani basse, per soddisfare le esigenze interne dettate da una forte richiesta di mangimi animali. 

Come ha riportato la Coldiretti con la pandemia, si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, con accaparramenti e speculazioni sulle materie prime, con la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione della popolazione. In tutto questo scenario il grande assente è il Governo italiano, che non sta facendo nulla per arginare questa deriva. L’ennesima testimonianza di una classe politica che a smesso da tempo di curare gli interessi del proprio Paese. Lo dichiara con una nota in esclusiva ad ASI il Coordinatore Nazionale dell’Organizzazione Politica Italia nel Cuore (MIC), Mauro Tiboni.

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