(ASI) Si è aperta alle 9.30 la seduta in Aula al Senato la discussione delle due mozioni (230 Romeo,Ciriani, Bernini e 235 Bonino), di sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. ASI ha attentamente seguito il dibattito. Le conclusioni? Per la serie, quando l' umano istinto di sopravvicenza e la volontà di non scomparire si concilia con il tatticismo ed ispira le scelte politiche
Decisioni, quasi sempre, che appaiono derterminate per amore della real politik e della fazione. Così sembra solo dall'esterno del Parlamento? Per comprendere cosa invece è accaduto nell'acceso dibattito al Senato, vi riportiamoil magistrale, quanto incisivo e decisivo intervento del leader di Italia Viva., Matteo Renzi . Infatti, il politico fiorentino si è dimostrato un campione di abile dualità e, allo stesso tempo di coerenza politica. Lo è stato votando contro i principi che afferma. Semplice eterogenesi dei fini o demagogia? Gidiicate voi. Difatti, l'ex Presidente del Consiglio nell'analizzare nel merito le questioni, da un lato, ha riconosciuto all'opposizione 'l'onore delle armi'. Per cui i temi posti n3elle due mozioni erano veri e non strumentali. Ossia ha riconosciuto la fondatezza di alcune critiche e problematiche espresse dalle due mozioni in tema di giustizia, ma, allo stesso tempo, per fedeltà alla maggioranza - di cui, va ricordato, lui è stato un attivo promotore e sostenitore - il suo partito voterà contro le due mozioni per motivi politici. Lo, dice lui, perché precisa non si fa politica per vendetta. Ciò nonostante esista una profonda differenza che fra lui e il Ministro Bonafede sul concetto di garantismo o giustizialismo. Voto contrario alla sfiducia maturato soprattutto per l'alto senso che ha dello Stato e delle Istituzioni. Ma anche perché si deve prendere atto del messaggio politico del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il quale è stato chiaro ed ha detto: ove ci fosse stato un voto di una parte della maggioranza contrario all'operato del Ministro o favorevole alle mozioni di sfiducia, egli ne avrebbe tratto le conseguenze politiche.' Alla luce di questa situazione, il senatore Renzi ha voluto ribadire la linea del suo partito: "Quando parla il Presidente del Consiglio si rispetta istituzionalmente e si ascolta politicamente. Io credo che lei si assuma una responsabilità Presidente del Consiglio, ma noi la seguiamo." Il Senato ha rigettato le mozioni di sfiducia numero 230 Romeo,Ciriani, Bernini e 235 Bonino. È evidente che con questo voto la maggioranza del Governo per ora tiene. Però cambiano gli equilibri di forza fra i partiti che compongono l'esecutivo. Si rafforzano le posizioni in seno alla maggioranza del Partito Democratico ed Italia Viva che vogliono far valere politicamente i loro voti pesanti. Mentre escono ridimensionatI nel centrosinistra i ruoli del M5S e del Ministro Bonafede. Non sono passate le mozioni di sfiducia, principalmente, perché PD e Italia Viva, insieme a M5S e Leu, hanno voluto evitare la caduta del Governo e le votazioni. Per cui è meglio stare tutti insieme 'appassionatamente e litigiosamente' piuttosto che mandare al Governo gli avversari del centrodestra. Senza poi dimenticare che il voto contro le sfiducia è stata anche un'ottima opportunità per PD e Italia Viva per risolvere a prorpio vantaggio la difficile trattativa sulla delle strategiche nomine di Stato.