Ceccanti (Pd) No alla sfiducia individuale, strumento di deriva assembleare. Bocciarla e poi rimuoverla dall’ordinamento per inserire la revoca
(ASI) In un articolo su “Il Riformista” il capogruppo Pd in Commissione Affari Costituzionali della camera boccia lo strumento della mozione di sfiducia individuale e invita quindi a non votarla, eliminandola poi dall’ordinamento “Già dovrebbe dire qualcosa il fatto che questo strumento non sia utilizzato in nessuna delle grandi democrazie parlamentari dove, di norma, il rapporto fiduciario intercorre solo con la persona che guida il Governo, con quello che in Italia è il Presidente del Consiglio.”
 
“Nel 1996 – prosegue Ceccanti- la Corte costituzionale provò a difenderla con l’argomento della rimozione del ministro dissenziente rispetto alla collegialità di governo, ma se un ministro è dissenziente rispetto all’indirizzo del Governo ciò porta logicamente a proporre di introdurre in Costituzione la possibilità della revoca da parte del Presidente del Consiglio e non la legittimità della sfiducia individuale. Con la revoca il Presidente del Consiglio fa valere contro il dissenziente l’indirizzo complessivo; la sfiducia individuale, invece, può portare a maggioranze variabili a favore o contro ogni singolo ministro. “
 
Alla fine, quindi, - conclude Ceccanti- si ricavano le seguenti conclusioni. Prima: c’è un problema reale perché per sostituire un ministro dissenziente, come nel 96, non si deve essere obbligati ad una crisi di Governo; va quindi introdotta la proposta di revoca che è del tutto coerente con la forma parlamentare. La pressione va esercitata sul Presidente del Consiglio, che valuterà costi e benefici della scelta di mantenere il ministro o di revocarlo. Seconda: la mozione individuale ci porta invece su una strada sbagliata, su una deviazione assembleare della forma di governo che ne disincentiva la coesione. Terza: nel frattempo, prima di eliminarla, meglio farla comunque fallire perché la sua dannosità di sistema è comunque superiore a qualsiasi possibile beneficio del caso concreto.” Così in una nota il deputato Stefano Ceccanti del PD.

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