Manovra 2020, ecco gli aumenti. Niente stangata per chi affitta e compra casa

gov2 copy(ASI) - Cartine e filtri per le sigarette, detrazioni sanitarie, sconti per chi paga in contanti e bonus asili nido più ricco.

Sono tante le novità inserite nella manovra 2020, a cominciare dagli aumenti per i fumatori. Nuova imposta pari a 0,005 euro a pezzo: per una confezione di 50 cartine l’aggravio sarà di 25 centesimi e questi prodotti non potranno più essere venduti on line. Buone notizie, invece, per le famiglie: il voucher per gli asili nido raddoppia per i nuclei con Isee fino a 25mila euro (da 1.500 a 3mila euro). Il bonus sale a 2.500 euro anche per le famiglie con Isee fino a 40mila euro. Confermato lo stop alle detrazioni per i redditi superiori ai 120mila euro, anche su prodotti sanitari. Chi ha basso reddito, invece, continuerà a detrarre, e anche se paga in contanti. Taglio del cuneo fiscale: 40 euro netti in media in busta da luglio. Gualtieri prevede rimborsi fra i 100 e i 200 euro l’anno per chi utilizza carte di credito. Facilitazioni per le scuole che acquistano copie cartacee o digitali dei quotidiani: usufruiranno di un bonus dell’80% della spesa.
Scatta da Aprile la Sugar Tax e colpirà le bibite ‘edulcorate’: vale 10 euro per ettolitro per i prodotti finiti e 0,25 per kilo per i prodotti da utilizzare previa diluizione. La Plastic Tax invece partirà a giugno: un euro al chilo in più alla produzione sugli imballaggi di plastica. Una bottiglia da 1,5 litri aumenterà da 2,5 a 6 cent (cioè fino al 13% in più).


Niente aumenti in vista per le partite Iva dove rimarrà il regime forfettario al 15% sotto i 65mila euro di reddito. Il governo,inoltre, ha fatto marcia indietro riguardo all’aumento della cedolare secca per gli affitti a canone concordato, con un risparmio medio di circa 151 euro, cancellando anche l’annunciato incremento dell’imposta di registro sugli immobili. Dopo la fissazione al 10%, in via strutturale, dell’aliquota della cedolare secca sugli affitti cosiddetti sociali, c'è stato lo stop all’aumento dell’imposta di registro sulla prima casa. Doveva salire a 150 euro dagli attuali 50, ma l’operazione si è fermata.

 

Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia

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