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La riforma della giustizia divide i partiti

 

(ASI) Il disegno di legge sulla riforma della giustizia, approdato oggi in Consiglio dei Ministri, ha scatenato subito in seno ai vari gruppi parlamentari un acceso dibattito, segnato da elogi e tante polemiche. Per il Popolo delle Libertà si tratterebbe di una riforma necessaria e Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, afferma a riguardo: "Una riforma della Costituzione per la giustizia e’ attesa da anni. E’ ora di avviarla, per puntare alla separazione delle carriere, alla riduzione del tasso di politicizzazione che c’e’ tra le toghe, soprattutto del Csm, per parlare di responsabilita’ civile e di tutte le scelte utili ai cittadini per una giustizia piu’ rapida ed efficiente".
Diversa l'opinione degli esponenti dell'Italia dei Valori: Di Pietro, leader della gruppo non si lascia sfuggire l'occasione di polemizzare a riguardo ed in un comunicato precisa: “Come volevasi dimostrare, ancora una volta, il Pdl e il governo parlano di riforma della giustizia ma, in realtà, vogliono deformare la Costituzione. Infatti, riducono l’indipendenza della magistratura ed eliminano, di fatto, l’obbligatorietà dell’azione penale. In buona sostanza, stabiliscono una giustizia domestica: ‘zero tolerance’ per la povera gente e ‘tutto tolerance’ per i boiardi di Stato e per le cricche del potere".
Anche il capo gruppo Pd in commisione Giustizia, Donatella Ferranti, non sembra essere troppo convinta delle modifiche apportate dalla riforma ed in una nota dichiara: "Il governo sembra intenzionato ad intimidire e depotenziare il sistema giustizia. Non è certo limitando l’obbligatorietà dell’azione penale o introducendo la possibilità di citare direttamente in giudizio un magistrato che ha erroneamente applicato una legge che si garantiscono i cittadini da provvedimenti ingiusti o che si accelerano i tempi dei processi. E anche il doppio Csm, seppur presieduto dal capo dello Stato, appare una sovrastruttura che determinerà solo costi aggiuntivi per il bilancio pubblico e impedirà ai magistrati di svolgere esperienze connesse a funzioni diverse e quindi acquisire quella formazione e quel sapere equilibrato che è garanzia per i cittadini”.

 

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