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Fuga ai Caraibi

(ASI) Per la giornata della memoria, in ricordo delle vittime dell'olocausto del 27 gennaio, presentiamo una recensione di un libro non ancora uscito in Italia, ma di pregevole interesse. Si intitola Fuga ai Caraibi, e descrive il tentativo di alcuni ebrei dell'Europa occupata dalle truppe del Terzo Reich di fuggire in America Latina. Una storia del tutto sconosciuta, che meriterebbe di essere tradotta anche nella nostra lingua.



Autrice: Marion Kaplan, Professoressa di storia ebraica moderna, e di studi Giudaici.
Dottorato di Ricerca Columbia University, 1977, Storia europea moderna.

Riconoscimenti: New Fellowship dello Stato di New York di insegnamento. Dott.ssa in lettere summa cum laude, Douglass College (Rutgers University), 1967. Specializzata in Lingue e letteratura tedesca, Insignita del Premio onorifico accademico tedesco di Storia “ Phi Beta Kappa”.


Edizione: Wallstein Verlag, Göttingen 2010. Non vi è ancora alcuna edizione italiana.

Titolo originale: Zuflucht in der Karaibik. Die jüdische Flüchtlinssiedlung in der Dominikanischer Republik 1940 – 1945.

Trama

Dal 1938, 1100 emigranti ebrei volevano trovar rifugio in Repubblica Dominicana, ma solamente appena 500 raggiunsero i Caraibi.

L'autrice, presenta in maniera chiara il desiderio di rifugio degli ebrei emigranti dall'Europa occupata dal Regime nazista per raggiungere Sosúa.

Per ottenere l'ingresso in Repubblica Dominicana, era necessario, in ogni singolo caso, il visto di transito negli Stati Uniti. Questo rappresentava il maggior ostacolo per gli ebrei perseguitati in Europa. La burocrazia americana temeva difatti che si costituisse una “quinta colonna” attraverso la profuganza nei Caraibi, soprattutto dopo l'attacco di Peal Harbour alla fine del 1941. Numerosi profughi d'Europa aspettarono, col visto d'ingresso dominicano tra le mani, tuttavia privi del visto di transito statunitense, cadendo così vittime degli sbirri del regime nazionalsocialista.

Anche i circoli sionisti americani si opposero all'incremento di un esilio ebraico nei Caraibi, e pretesero invece aiuti più consistenti per gli insediamenti colonici in Palestina.

In modo minuzioso ed asciutto, la Sig.ra Kaplan ricostruisce la quotidianità dell'esilio. Conditio sine qua non per l'insediamento nei Caraibi era la conoscenza del settore agricolo, in quanto i rifugiati dovevano coltivare campi inutilizzati, impostando così la loro esistenza. I coloni appartenevano tuttavia al ceto medio, e dovettero appropriarsi con fatica delle abilità necessarie. Il loro retroterra culturale comunque, fece diventare ben pochi di loro degli “indigeni”. La maggior parte dei coloni emigrò nuovamente dopo il 1945.

In ricordo dell'esilio nei Caraibi, vi è una targa commemorative nel museo comunale di Sosúa.

 

Marion Kaplan: Esilio nei Caraibi. Gli insediamenti dei rifugiati in Repubblica Dominicana 1940 – 1945. Wallstein Verlag, Göttingen 2010. 283 pagg., Euro 24,90.


dalla Frankfruter Allgemeine Zeitung, traduzione di V.Q.

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