Gli Stati Uniti e L’Unione Europea schierati contro gli attacchi informatici, sotto accusa la Cina

blinken1(ASI) Da gennaio scorso a marzo uno o più attacchi informatici, hanno scardinato la piattaforma di Microsoft Exchange acquisendo i dati relativi a migliaia di piccole e medie imprese di tutto il mondo.

Per riprendere il controllo dei propri server, le aziende hanno dovuto piegarsi a ricatti economici. Proprio in questi giorni il Segretario di Stato Usa Anthony Blinken ha puntato il dito contro Pechino dicendo : “ Il Governo degli Stati Uniti e molti altri Paesi del mondo ritengono la Repubblica Popolare Cinese responsabile di comportamenti distruttivi e destabilizzanti nel cyberspazio che mettono in pericolo le nostre economie e la nostra sicurezza nazionale”

Joe Biden Presidente degli Stati Uniti d’America ha promesso nuove rivelazioni e sanzioni.Il ministero per la Sicurezza dello Stato, ha il forte sospetto che ci sia una rete di hacker con l’obbiettivo politico di creare caos nei Paesi avversari, lasciando poi i pirati digitali liberi di trarre profitto dai loro crimini informatici.

È la prima volta che Washington formula un’accusa così pesante. Anche se la guerra fredda tecnologica con la Cina è ancora in atto. È sempre Joe Biden a mediare sulla questione dicendo : “Per ora non ci sono sanzioni, in quanto con la Cina le indagini sono ancora in corso. Ma è già chiaro che, anche se non agisce in prima persona, il Governo di Pechino protegge o agevola i pirati informatici.

Ad accentuare questa nuova stagione di tensioni con la Cina, anche l’annuncio che sulla base dei giudizi di una grande giuria riunita costituita segretamente nel marzo scorso, quattro cittadini cinesi, tre dei quali dipendenti dei servizi segreti del gigante asiatico, sono stati incriminati per furto di segreti industriali negli Stati Uniti e in diversi altri Paesi, dall’Australia alla Cambogia. Tuttavia questi fatti avvenuti tra 2013 e 2018 non sembrano ricollegabili all’attacco di Microsoft nell’inverno scorso.

I quattro hanno già lasciato da tempo il Paese e non sono stati arrestati, come riportano le fonti locali. Da Pechino non sono arrivate risposte alle accuse americane.

Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia

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